A seguito dello strappo compiuto dalle associazioni che si sono rifiutate di firmare il rinnovo del contratto nazionale dell’industria alimentare 2019-2023 (sottoscritto nella notte del 31 luglio dopo dieci mesi di trattative e due giorni di negoziato no-stop, tra Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil e Unionfood, Ancit e Assobirra), si è deciso di dichiarare in tutte le aziende, che non hanno aderito al rinnovo, lo stato di agitazione con conseguente blocco degli straordinari, a causa di scelte incomprensibili e offensive nei confronti di tanti lavoratori.
A partire dal 9 ottobre, la mobilitazione verrà rafforzata con la proclamazione di un primo pacchetto di 4 ore di sciopero per ribadire alle aziende, che non riconoscono il contratto nazionale siglato il 31 luglio, che per le organizzazioni sindacali non esistono eccellenze nel territorio che non riconoscano, ai loro dipendenti, il diritto del contratto nazionale.
“Continueremo la mobilitazione e le iniziative – affermano i segretari territoriali di Fai Cisl Flai Cgil e Uila Uil -. Inizieremo con il picchetto di venerdì 9 ottobre, dalle ore 12, davanti allo stabilimento Tampieri a Faenza, ma manifesteremo le nostre ragioni, nei prossimi giorni, anche davanti alle altre aziende non firmatarie, fino al raggiungimento del nostro obbiettivo.”