I 25.000 ettari del comprensorio gestito dal Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale che sono stati allagati dalla recente alluvione, necessitano ora di interventi urgenti di ripristino delle funzionalità della rete scolante e delle apparecchiature elettromeccaniche in gestione all’ente. «Non intervenire urgentemente significa aumentare considerevolmente il grado di rischio idraulico per tutto questo territorio, anche con riferimento alle sole portate generate dalle piogge che possono cadere nel bacino scolante del reticolo di bonifica, che, si ricorda ancora una volta, non sono state la causa dell’inondazione, da ricondurre alle numerose rotte fluviali contemporanee», spiega il Presidente del Consorzio, Antonio Vincenzi.
La fuoriuscita tumultuosa di acqua limacciosa dai fiumi ha provocato, infatti, diffusi danni alla rete di bonifica quali rotte arginali, fontanazzi, erosioni, interrimenti della sezione fluente. In alcuni casi, al fine di accelerare il deflusso dalle aree allagate, si è provveduto anche a effettuare aperture controllate dei corpi arginali dei canali, per favorire l’immissione dell’acqua nell’alveo interno. Tutto ciò dovrà essere ripristinato nel più breve tempo possibile e il Consorzio di bonifica è già operativo anche su tale fronte, dopo aver affrontato l’emergenza in prima linea dal 2 maggio h24. Gli interventi più urgenti sono il risezionamento, l’espurgo, la ripresa di frane e delle rotte arginali in circa 100 km di sviluppo lineare di canali.
I vasti allagamenti hanno prodotto gravi danni anche agli impianti idrovori e alle centrali di pompaggio irrigue in gestione all’Ente, tutt’ora in fase di ricognizione. Sono stati danneggiati 9 impianti idrovori (Sabbadina nel Comune di Conselice, Brignani e Fossa Raulla nel Comune di Lugo, Tratturo, Secchezzo, Ballirana, Taglio Corelli, Dane, Molinazza nel Comune di Alfonsine), 4 centrali di pompaggio irrigue (Selice nel Comune di Argenta, Tarabina nel Comune di Conselice, Santerno-Senio 1 nel Comune di Lugo, Santerno-Senio 3 nel Comune di Castel Biologbese), 2 gruppi di pompaggio irrigui di sistemi distributivi tramite canali vettori a cielo aperto (Cer – Canale dei Mulini e Fossatone di San Bernardino nel Comune di Lugo), un importantissimo impianto di regimazione (Ponte Chiavica nel Comune di Ravenna). Nell’emergenza, per ragioni di sicurezza del personale e della popolazione, si è dovuto chiedere in alcuni casi il distacco dell’alimentazione elettrica. Non appena ci sono state le condizioni, l’esercizio di alcuni impianti è ripreso, mentre altri sono tuttora fuori servizio per i danni subiti dalle cabine di trasformazione, dai quadri e motori elettrici, o parzialmente funzionanti per danni alle tubazioni di scarico e agli sgrigliatori.
Conclude il Presidente Vincenzi: «Nell’immediato siamo intervenuti con opere provvisionali atte a prevenire il rischio di ulteriori rotture ed esondazioni anche con eventi atmosferici di modesta entità. Dovranno seguire le opere di ripristino definitivo nel più breve tempo possibile, per scongiurare situazioni di rischio idraulico immanente e per poter soddisfare le richieste di approvvigionamento irriguo che già stanno pervenendo da numerose aziende agricole. Ci si riferisce alle opere atte a ripristinare l’efficienza idraulica dei canali gravemente compromessa dall’interrimento della sezione fluente, dai movimenti franosi nelle scarpate interne, dalle rotte e dalle erosioni arginali. Occorre procedere a rilevamenti e alla progettazione e successiva esecuzione di opere di risezionamento per uno sviluppo lineare di 450 km di canali e di ricostruzione dei corpi arginali. Lo sviluppo lineare dei canali arginati colpiti dall’evento è di 286 km. Questi interventi, il cui costo è stimato nell’ordine di grandezza delle centinaia di milioni di euro, non possono essere finanziati con risorse proprie del Consorzio, occorrono quindi stanziamenti urgenti di risorse e occorre un intervento normativo di semplificazione delle procedure di affidamento dei contratti d’appalto di lavori, servizi e forniture».