Questa mattina la signora Maria Vuocolo ha festeggiato 104 anni di vita presso la casa residenza per anziani Jus Pascendi di Conselice.
Le hanno portato gli auguri, accanto ai familiari, la sindaca Paola Pula, l’amministratore unico dell’Asp dei Comuni della Bassa Romagna Pierluigi Ravagli e la responsabile della struttura Nadia Samorini assieme agli operatori.
Nata all’inizio di giugno del 1917 a Colliano, in provincia di Salerno, la signora Vuocolo ha quattro figlie (Gerardina, Iolanda, Luisa e Rosina) e due figli (Angelo e Rocco), nove nipoti, cinque bisnipoti e cinque trisnipoti.
Cresciuta in una famiglia numerosa, ha potuto frequentare la scuola solamente fino alla prematura morte della madre, poi ha fatto da mamma ai fratelli, si è occupata della casa e ha aiutato il padre durante il lavoro in campagna.
A 19 anni si è sposata con il ventiquattrenne Cosimo; entrambi hanno sempre lavorato molto e, nonostante non fossero una famiglia con grandi possibilità economiche, «Maria – raccontano i familiari – ha sempre vissuto in modo estremamente dignitoso, curando molto il proprio abbigliamento e con una certa passione per i gioielli, che appena poteva comprava come piccolo vezzo. La domenica non poteva dirsi tale se non c’era un pranzo a base di fusilli rigorosamente fatti a mano con un bell’arrosto di pollo o agnello. La signora Vuocolo ha inoltre sempre avuto una passione speciale per l’orto, che ha coltivato anche a Lavezzola dove si è trasferita presso uno dei figli.
Nell’agosto del 2020 è entrata nella casa residenza per anziani di Conselice, dove dice di trovarsi molto bene perché il personale è particolarmente gentile e si sente amata da tutti.
Contenta di aver raggiunto i 104 anni («ma voglio arrivare almeno a 108»), racconta che il suo elisir sta nel «mangiare bene, soprattutto carne e verdure, lenticchie, ceci e fagioli, evitare i dolci e bere anche un po’ di vino». Consiglia a tutti di lavorare «perché non è vero che il lavoro fa male, anzi aiuta a vivere di più, rende più forti».
Gode di buona salute e definisce la sua, «nonostante le difficoltà e la povertà iniziale», una vita felice con un matrimonio felice.