Il sindaco Massimo Isola questa mattina ha fatto visita ai genitori di Antonio e Altea i primi nati del 2024 per consegnare l’Impagliata, il servizio in maiolica per la puerpera. Il completo è costituito da una serie di scodelle, piatti e ciotole che nella tradizione veniva donato alle neomamme, per consumare un pasto sostanzioso dopo le fatiche del parto. Faenza, nel 1977, attraverso il lavoro fatto dall’allora Segretario Generale del Comune, Alteo Dolcini, ha fatto sua questa antica usanza, dando il compito al primo cittadino di consegnare l’Impagliata ai primi nati, alla femminuccia e al maschietto, del nuovo anno.
Questa mattina il sindaco Massimo Isola ha fatto visita alla famiglia di Antonio Di Criscienzo, nato nel reparto di Ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Faenza 46 minuti dopo la mezzanotte dell’1 gennaio. Antonio al momento del parto pesava 3,680 chilogrammi per 50 centimetri di lunghezza. Il primo cittadino ha consegnato l’Impagliata alla mamma di Antonio, Jessica Valtieri 33enne dipendente di una grande catena della distribuzione commerciale; il babbo, Alan Di Criscienzo, imprenditore agricolo, non è potuto essere presente alla consegna perché bloccato a letto dall’influenza. Antonio è il secondogenito della coppia nato dopo la sorellina Paola di due anni.
La seconda Impagliata è stata consegnata ai genitori di Altea Qypi, la mamma Lindita 26enne e papà Ardian Qypi, imprenditore nel campo della ristorazione, entrambe originari dell’Albania ma da molti anni in Italia. Altea, primogenita, è nata alle 8,35 dell’1 gennaio nel reparto di Ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Faenza e al momento del parto pesava 3,370 chilogrammi per una lunghezza di 47 centimetri
I due servizi dell’Impagliata di quest’anno, consegnate ai genitori hanno un decoro ‘a garofano’, motivo che più rappresenta la maiolica faentina e sono stati realizzati, come da tradizione, dal ceramista faentino Romano Cortesi.
Riferimenti storici dell’Impagliata
L’origine del termine impagliata è incerta. Potrebbe fare riferimento, così come riportato da uno studio del Mic, il Museo internazionale delle ceramiche di Faenza, al “giaciglio di paglia sul quale venivano posati i neonati”. L’impagliata è poi diventato negli anni un servizio in ceramica costituito da elementi sovrapposti l’uno all’altro in modo da formare un complesso unico, un oggetto quasi di design oggi, che un tempo veniva donato alle madri per il loro primo pasto a letto dopo il parto. Il servizio è costituito da un piatto fondo per il brodo, un portauovo con porta-sale e una piccola zuppiera. La tradizione dell’Impagliata che testimonia il significato della vita e la protezione che la comunità riservava alla ‘donna-madre’ per tutto il periodo puerperale, è documentata fin dal ‘400. Nel tempo il tradizionale servizio faentino è stato donato anche ad alcune note personalità, tra cui la principessa di Piemonte, Maria Josè di Savoia, per la nascita della terzogenita Maria Gabriella (1940), e la principessa di Galles, Diana Spencer, in occasione della nascita del primogenito William (1982).