Sala d’Attore piena nonostante il brutto tempo per un incontro su un tema di stretta attualità. Isidoro Mimmi, presidente dell’Associazione Carabinieri di Ravenna, nella sua introduzione ha ricordato di essere il coordinatore del gruppo di 65 volontari che nel centro cittadino, mercato e davanti ad alcune scuole, svolgono servizi di osservazione, segnalazione e prossimità al cittadino in Convenzione col Comune di Ravenna e in stretta sinergia con la Polizia Municipale e le altre forze di Polizia.
“I nostri servizi – circa 5 mila ore negli ultimi sei mesi – li svolgiamo con amore, passione e convinto sostegno al cittadino e per questo motivo riscuotiamo il gradimento delle autorità, dei commercianti e cittadini comuni, che si rivolgono a noi con fiducia per avere informazioni, esporci delle lamentele o per risolvere piccoli disguidi – ha aggiunto -. L’iniziativa è nata come momento formativo per fornire ai nostri volontari elementi per capire chi abbiamo di fronte attraverso una generale conoscenza degli Islam che sono tanti quante sono le comunità e ognuna delle quali si rifà a una diversa scuola giuridica con interpretazioni più o meno rigide”.
“A mio sommesso avviso, ha affermato Mimmi – il terrorismo jihadisti rimane una minaccia alla sicurezza e stabilità globale, ma di questo ci parlerà ampiamente il professor Pagani. Dopo gli attentati dello scorso 29 novembre, rispettivamente a Londra, L’Aja e Parigi, abbiamo
ritenuto che il terrorismo sia un fenomeno d’interesse generale e di conseguenza abbiamo aperto la conferenza anche alla cittadinanza. Grazie al vicesindaco Fusignani abbiamo avuto la disponibilità di questa sala e il patrocinio della Regione Emilia Romagna, qui rappresentata dal consigliere Gianni Bessi”.
Il Presidente Mimmi ha rivolto un grazie particolare al relatore a Pagani “per la sua pronta disponibilità a tenere la conferenza, dichiarandosi subito disponibile, nonostante i suoi molteplici impegni”. Pagani è anche socio dell’Associazione Nazionale Carabinieri. Dopo il breve saluto del consigliere Bessi e del vicesindaco Fusignani, Pagani con l’ausilio di alcune slide ha parlato della nascita del califfato e ha percorso le varie tappe di affermazione del Dash, di Foreign Fighter e vari attentati successi fuori dall’Italia, dando anche la sua interpretazione sul perché in Italia non succedono attentati, ha parlato di terroristi in libertà, “circa 800 jihadisti stranieri fuggiti dal campo di Ayn Issa, nella Siria settentrionale a circa 35 chilometri dal confine turco”.
Ha affermato “che in Italia il fenomeno della radicalizzazione è marginale rispetto al livello di pericolosità di altri Paesi europei, come Francia, Regno Unito e Germania Nel nostro Paese, infatti, non sono presenti quelle fasce di seconda e terza generazione che sono il grosso dei soggetti che hanno aderito al modello dello Stato Islamico decidendo anche di andare in Siria o di restare a combattere nei rispettivi paesi. L’Italia ha il vantaggio di avere una popolazione musulmana molto ridotta, per quanto in crescita, di prima generazione e solo in parte di seconda, che sta entrando adesso nella fase adolescenziale, quella di passaggio verso la fase adulta, la più critica perché è quella in cui si manifesta un modello di opposizione anche violento. L’adolescente è a un bivio: da un lato la rottura, anche violenta, con la società nella quale non ci si riconosce, e dall’altro l’integrazione e l’adeguamento al modello sociale””. Ha parlato del rischio ‘emulazione’ negli attentati e dell’opportunità di fare di più in Italia per prevenire il fenomeno della radicalizzazione.