In Romagna ha sede il più importante distretto nazionale di oil&gas, che da decenni contribuisce allo sviluppo sostenibile delle comunità locali in sintonia con gli altri settori produttivi, a partire da quello turistico: ci sono voluti molti anni e una sentenza del Consiglio di Stato per riaffermare la legittimità delle esplorazioni in Adriatico e il loro impatto sull’economia e l’occupazione, ricordando come tutta l’attività avvenga nel totale e pieno rispetto delle norme e dell’ambiente in cui è integrata.
La sospensione di un’attività economica affermata a livello internazionale, con eccellenze ad altissimo tasso di innovazione e tecnologicamente all’avanguardia, sarebbe letale per l’economia locale e nazionale, una scelleratezza che non ci si potrebbe permettere nemmeno in tempi floridi.
Le imprese del settore e dell’indotto, le migliaia di lavoratori e le loro famiglie hanno già sofferto un blocco delle attività che ha aggravato una pesante crisi congiunturale: non ci stancheremo mai come Confindustria Romagna di ribadire i quanto i costi del non fare siano dannosi per tutta la collettività, soprattutto quando i blocchi arrivano da amministratori della cosa pubblica.