Confindustria Romagna, nel ribadire in questa delicata fase di ripartenza la priorità della salute e l’importanza di osservare le regole di sicurezza, chiede una maggiore attenzione per il settore turistico.
“Nella fase 2, definita quella della convivenza con il virus, bisogna allargare in fretta lo sguardo su tutte le attività d’impresa, a partire dal settore turistico che è nel DNA della nostra Romagna e tra i più colpiti dalla crisi causata dal coronavirus – spiegano il presidente di Confindustria Romagna Paolo Maggioli e Giuseppe Costa, presidente della sezione Turismo dell’associazione – Per questo servono più punti fermi, mentre oggi raccogliamo ancora la legittima preoccupazione degli operatori lasciati in un limbo di incertezze su diversi aspetti, come responsabilità giuridiche ed adeguati sostegni, economici, fiscali, finanziari”.
Per cercare di arginare i danni delle perdite accumulate in primavera e in questo inizio di stagione in termini di mancate prenotazioni e cancellazioni, è necessario adottare azioni strategiche nell’immediato facendo in modo che la Romagna sia la protagonista del mercato turistico italiano che deve rispondere in modo efficace alla voglia di ritornare in vacanza.
“Siamo per vocazione attrattivi: abbiamo la costa, la spiaggia, il mare, hotel e stabilimenti balneari con vari tipi offerta, l’entroterra e i borghi, le città d’arte e la cultura, i parchi tematici e lo sport, il benessere ed il termale – aggiungono Paolo Maggioli e Giuseppe Costa – Oggi dobbiamo esserlo ancora di più. E per farlo occorre essere uniti, senza campanilismi o inutili contrapposizioni.
Siamo d’accordo, come già proposto da Visit Romagna, con la necessità di lanciare subito una grande campagna comunicativa che ricordi a tutti che la Romagna c’è ed è la destinazione ideale perché siamo affidabili, sicuri ed attrattivi. E siamo convinti che occorrano più attenzione e grandi investimenti per sostenere gli operatori del settore. Per questo chiediamo interventi straordinari immediati sia a livello governativo sia regionale in modo da potere avere un sostegno concreto affinché la nostra industria, che ricordiamo importa persone e non esperta merci e che coinvolge un vasto indotto, continui ad essere elemento portante della nostra economia”.