Le stime odierne del professor Davide Tabarelli riportate dalla stampa locale sulla riattivazione delle piattaforme in Adriatico confermano da un lato la necessità di rilanciare quanto prima i giacimenti esistenti, come Confindustria Romagna chiede da mesi, dall’altro l’urgenza di diversificare il più possibile le fonti di approvvigionamento energetico, muovendosi parallelamente su tutti i fronti possibili per contenere il caro energia.
“Tra qualche settimana nelle case e negli uffici si potrà spegnere il riscaldamento, ma le imprese continuano a produrre tutto l’anno – ricorda il presidente di Confindustria Romagna, Roberto Bozzi – senza dimenticare che è dalla vendita del gas che Putin ricava il finanziamento dell’economia di guerra e delle atrocità disumane perpetrate in Ucraina.
Occorre quindi agire quanto prima su tutte le direttrici possibili: potenziando le estrazioni attive, che comunque contribuiranno per pochi punti percentuali al nostro fabbisogno, rimuovendo i vincoli a ricerca ed estrazioni nuove, accelerando sulle rinnovabili, aumentando gli approvvigionamenti da mercati diversi da quello russo. Qui abbiamo le strutture per ospitare rigassificatori offshore. Non fare anche solo una di queste cose significa continuare ad esporci a un ricatto geopolitico intollerabile”.