“La legislatura che si conclude – dichiarano Monica Ciarapica e Cesare Soldati, presidente e vice della Confesercenti Ravenna•Cesena – ci lascia una pesante e complessa eredità di problemi da affrontare: la coda di un evento pandemico con effetti umani ed economici drammatici; l’esplosione di un conflitto militare in Europa; un’inflazione record, che ha raggiunto il +8%; un aumento esponenziale dei costi energetici. Nel 2021 e nella prima parte del 2022, la crescita dell’economia italiana è stata sostenuta dal rimbalzo dei servizi dopo l’uscita dallo stato di emergenza pandemico, dal boom dell’edilizia e dal ritorno dei flussi turistici. Almeno fino ad aprile, anche l’industria manifatturiera ha contribuito all’espansione”. “La tenuta dell’economia italiana durante il periodo primaverile ed estivo – proseguono Ciarapica e Soldati – è da ricondurre anche alle misure di natura fiscale prese per tutelare famiglie e imprese dagli effetti dell’inflazione energetica. L’avvio del PNRR sembrava aver consolidato negli operatori aspettative di crescita che sono andate traducendosi in un robusto aumento degli investimenti. Tuttavia oggi sembra le condizioni stiano peggiorando drasticamente. In questo contesto, di preoccupazione per il futuro di imprese e famiglie, risultano incomprensibili e fuori luogo le dichiarazioni tese a enfatizzare grandi utili da parte di alcuni Istituti di Credito mentre le attività commerciali sono costrette a subire le installazioni dei POS con costi per commissioni ed altro a proprio carico. Diciamo sì ai pagamenti elettronici ma stop alle commissioni e ai costi di gestione. Stesso richiamo rivolgiamo alle multiutility come Hera, con guadagni esorbitanti mentre i cittadini e le imprese faticano a sostenere i costi energetici”.
“Criticità – affermano presidente e vice dell’Associazione – si iniziano ad avvertire soprattutto sul fronte dei consumi interni, il cui ritorno ai livelli precedenti alla crisi pandemica è ormai stato spostato al 2024 dalla corsa dell’inflazione che sta comunque condizionando in senso negativo il potere d’acquisto e la spesa degli italiani. L’aumento dei prezzi sta, inoltre, spingendo i consumatori a ridistribuire il budget, in un quadro condizionato dall’aumento delle spese fisse, che assorbono il 78% dei maggiori consumi. La quota di spesa media mensile familiare impegnata dalle spese di casa e dalle utenze (abitazione, acqua, elettricità e gas), infatti, sta aumentando esponenzialmente. Un incremento a cui corrisponde una diminuzione di tutte le altre voci: abbigliamento e calzature, mobili, articoli e servizi per la casa, comunicazione, ricreazione, spettacoli e cultura, servizi ricettivi e di ristorazione, persino spese per la salute”.
“In questa fase – concludono Monica Ciarapica e Cesare Soldati – è dunque necessario, da un lato, procedere con misure mirate e urgenti per restituire slancio ai consumi e restituire fiducia a famiglie e imprese; dall’altro, mettere in campo interventi di largo respiro che permettano alla legislatura entrante di affrontare e sciogliere, con la spinta del PNRR, i nodi strutturali che già prima della pandemia trattenevano la crescita della nostra economia. In particolare, senza voler stilare una classifica o alimentare una “guerra fra poveri”, va sostenuto il commercio al dettaglio non alimentare, cuore pulsante dei centri storici e dei quartieri, che ormai da tempo attraversa serie difficoltà. È indispensabile e urgente un focus a cui far seguire azioni concrete e strutturali importanti quali, ad esempio, l’abbattimento dell’IVA”.