“Apprezziamo lo sforzo della Regione che, anche grazie all’impegno per il superamento del criterio dei parametri storici nel riparto, è riuscita a ottenere oltre 132 milioni di euro in più nel Piano di Sviluppo Rurale (PSR) rispetto a quello precedente, arrivando a quasi un miliardo di fondi stanziati. Ora è arrivato il momento di tornare a puntare sui progetti di filiera per l’utilizzo delle risorse europee destinate all’agricoltura emiliano-romagnola. In una fase così difficile per l’intero settore, i progetti di filiera rappresentano infatti la soluzione migliore per favorire l’integrazione tra aziende agricole e agroindustriali, così da valorizzare al meglio le produzioni conferite dagli agricoltori tramite politiche di innovazione e la crescita nei mercati internazionali”.
È questa la richiesta indirizzata alla Regione da Confcooperative Fedagripesca Emilia Romagna, Legacoop Agroalimentare Nord Italia e Agci-Agrital Emilia-Romagna, in vista dell’attuazione del Piano di Sviluppo Rurale (PSR) 2023-27 annunciata nei giorni scorsi dal presidente Stefano Bonaccini e dell’assessore Alessio Mammi.
“Dopo che nel biennio di transizione 2021-22 si è deciso di finanziare gli investimenti del settore tramite bandi ‘individuali’ dove ciascuna azienda presentava il suo singolo progetto di investimento – continuano le centrali regionali riunite nell’Alleanza Cooperative Agroalimentari – adesso è fondamentale tornare ai progetti di filiera quale strumento principale di attuazione del PSR. Questa è la strada da seguire se si vuole dare concretezza agli auspicati obiettivi di integrazione e aggregazione di filiera, un passaggio obbligato per coniugare competitività e sostenibilità delle imprese”.
“Dall’ortofrutticolo al lattiero-caseario, passando per vitivinicolo, bieticolo-saccarifero, zootecnico e cerealicolo, fino alla pesca e all’acquacoltura: non c’è comparto agricolo in Emilia-Romagna, non c’è produzione DOP e IGP che non sia fortemente caratterizzata dall’integrazione delle filiere, grazie anche al cruciale ruolo della cooperazione nella nostra regione” sottolineano Raffaele Drei, Cristian Maretti e Patrizia Masetti, rispettivamente presidenti regionali di Confcooperative Fedagripesca, Legacoop Agroalimentare e Agci-Agrital. “I risultati della programmazione 2014-20 – continuano -, quando si era fatto ricorso ai progetti di filiera, sono lì a dimostrare che la forza dell’agroalimentare emiliano-romagnolo sono le filiere e per questo vanno concretamente sostenute. Le nostre eccellenze produttive per continuare a crescere hanno bisogno di politiche di aggregazione, di azioni coordinate e strategie condivise che solo i progetti di filiera possono assicurare, mettendo insieme la parte agricola con quella di lavorazione e trasformazione industriale, oltre ai comparti sementieri, dei mezzi tecnici, dei servizi e di tutti coloro che a vario titolo contribuiscono allo sviluppo delle produzioni”.
“L’agricoltura oggi è fortemente minacciata sia dalle emergenze climatiche e fitosanitarie, sia da provvedimenti europei che puntano a limitare fortemente la capacità produttiva – concludono Drei, Maretti e Masetti -. Gli agricoltori da soli non possono avere la forza necessaria per rispondere a queste sfide, occorre mettersi insieme a tutti i livelli per fare fronte comune. Per questo riteniamo che l’utilizzo dei progetti di filiera nella programmazione 2023-27 del PSR dell’Emilia-Romagna sia un requisito indispensabile per continuare a garantire un futuro più roseo al nostro sistema produttivo”.