Dichiarazione di Federica Mazzotti Presidente Sindacato Guide Turistiche Confcommercio Ravenna
 
“La pubblicazione del calendario scali 2019 da parte di Ravenna Terminal Passeggeri non ci ha sorpreso. Purtroppo eravamo certi che l’elenco delle crociere non sarebbe stato elevato, poiché ciò che è accaduto la scorsa estate non poteva che portare a queste conseguenze.
Il tracollo è tanto più importante se si pensa che il terminal è stato costruito prevedendo un numero di 60/70 scali annui, che ci sono stati in alcuni dei primi anni.
Il confronto tra gli scali 2018 e 2019 è tuttavia un po’ fuorviante, dato che a causa dell’insabbiamento del terminal, il numero di navi effettivamente arrivate è minore: sono state solo 34, vista la cancellazione di 11 scali. Queste 11 navi mancanti all’appello avrebbero portato circa 22.700 passeggeri. Dei 34 scali rimanenti, ben 20 sono stati di navi con una portata passeggeri minima, 50 o 60 al massimo. Per cui il numero di passeggeri del 2018 è stato 18.500 circa. Come si può notare, la cancellazione ha più che dimezzato la quota passeggeri. E’ vero che quest’anno i passeggeri previsti saranno poco più di 13.000, ma in fin dei conti il vero disastro è accaduto lo scorso anno.
L’insabbiamento ha ovviamente avuto ricadute pesanti per il 2019, portando alcune compagnie a cambiare rotta: ad esempio la TUI, che prevedeva per il 2019 sei toccate con la Mein Schiff 6 (2.500 passeggeri), ha deciso di spostare altrove lo scalo, così come la compagnia Pullmantur, che dopo anni sarebbe tornata a Ravenna per fare il turn around (cioè sbarco e imbarco passeggeri), ha confermato il porto di Trieste. Le toccate sarebbero state almeno cinque.
Il problema del 2018 ci ha fatto perdere scali anche per gli anni 2020 e 2021, visto che la maggioranza delle compagnie programma le rotte di crociera per bienni o trienni.  Nel 2018 si programmava fino al 2021 compreso.
Come rappresentante delle guide e accompagnatori associati al Sindacato di Confcommercio Ravenna che lavorano anche nel settore, non posso che esprimere lo scoramento generale, poiché il nostro continuo impegno a dare il meglio e far amare la nostra città e il nostro territorio vengono vanificati per la mancanza o inadeguatezza delle  infrastrutture.
Gli operatori del settore crociere fanno fatica a vendere Ravenna alle Compagnie per i seguenti motivi:
– Ravenna non è conosciuta, infatti già ora lo scalo è presentato come riferimento per Bologna;
– il porto è lontano dalla città. Qualcuno potrebbe obiettare che a Venezia le distanze sono simili se non maggiori, visto che ci vogliono almeno 20 minuti di motonave per Piazza San Marco. Ma Venezia ha un richiamo eccezionale. Anche i porti di Livorno e Civitavecchia non sono certamente vicini a Firenze e Roma, ma la fama di queste città giustifica lo scalo. Il nostro porto deve inoltre competere con l’agguerritissima concorrenza dei porti sull’altra sponda dell’Adriatico, i quali costano molto meno del nostro.
L’unica nostra speranza per il settore crociere è nell’inizio dei lavori del Progetto Hub Portuale, anche se, come già espresso dal presidente di Confcommercio Mauro Mambelli, ci vorranno 4 o 5 anni per riconquistare la fiducia delle Compagnie”.