I dati diffusi da Unioncamere Emilia Romagna confermano nel 2018 il marcato calo delle imprese giovanili in Emilia Romagna: preoccupa in particolare il calo del 5,8%, pari a 466 imprese, nel settore del commercio.
A Ravenna sono 2.675 le imprese giovanili iscritte nel Registro Imprese della CCIAA. Nel 2018 c’è stata una riduzione di 91 unità, pari al -3,3%. Nel dettaglio delle attività economiche, le imprese guidate da giovani risultano in crescita nel settore agricolo (+17 unità, con +7,8% in termini relativi) ed in quello dei servizi alle imprese (+9 unità, +3,3%). All’opposto, sono in flessione in tutti gli altri settori, in particolare in quello delle costruzioni (-54, pari al -10,4%) e nel commercio (-43, -5,6%).
“I perduranti dati negativi sulla riduzione delle imprese, anche giovanili – commenta Enrico Postacchini, Presidente di Confcommercio Emilia Romagna – ribadiscono l’urgenza di intervenire a sostegno del commercio con un articolato pacchetto di misure strutturali, valorizzando l’imprenditorialità di settore e i necessari processi di innovazione”.
“Occorre dare immediata attuazione alle misure previste nel focus dedicato ai Giovani nell’ambito del Patto per il Lavoro, dedicando particolare attenzione alle iniziative a sostegno dell’ autoimprenditorialità e dell’avvio d’impresa, favorendo anche un efficace ricambio generazionale”.
“La legge 41, principale norma regionale di supporto al commercio –conclude Postacchini – come condiviso con il Presidente Bonaccini e con l’Assessore Corsini, richiede un profondo ripensamento per poter sostenere l’innovazione del settore con nuovi strumenti e adeguate risorse per le imprese a fronte della crescente difficoltà e del mutato scenario di riferimento. I colossi del web e le piattaforme di intermediazione del commercio hanno fiscalità di vantaggio o addirittura non pagano le pesanti tasse cui invece sono assoggettate le nostre imprese italiane. Per questo abbiamo chiesto come Confcommercio l’introduzione di una web tax e ribadito la necessità di competere sul mercato a parità di regole”.
Anche le imprese femminili nella nostra provincia sono in calo. Rispetto ad un anno fa sono in diminuzione di 78 unità, pari a -1,0%. Secondo i dati del Registro Imprese della CCIAA di Ravenna, l’andamento della movimentazione segnala per l’anno 2018 un saldo negativo e decisamente più pesante rispetto al 2017, quando era stato di solo -8 unità. Per quanto riguarda i singoli settori di attività delle imprese femminili, il comparto dei servizi alla persona è aumentato di 43 unità (+3,3%) e quello dei servizi all’impresa, con +28 unità (+2,6%); in crescita anche il settore turistico femminile, di 6 unità (+0,5%). In calo invece di 69 unità il settore commerciale (-3,2%), di -54 unità il settore agricolo (-4,7%), di -14 quello creditizio e assicurativo (-8,6%), di -15 quello industriale (-2,7%), di -5 l’edilizia (-2%) e di -4 il comparto dei trasporti (-4,6%).
Al contrario c’è un saldo positivo delle imprese con il titolare o con la maggioranza dei soci di nazionalità straniera. Al 31 dicembre 2018 sono registrate 4.536 imprese straniere nel Registro delle Imprese di Ravenna: 110 in più rispetto alla stessa data dello scorso anno (+2,5%).
La percentuale di imprese straniere sul totale è in crescita continua ed ha raggiunto l’11,6%, avvicinandosi alla media regionale (11,7%) e mantenendosi più elevata rispetto a quella nazionale (9,9%). Rispetto all’anno precedente, l’imprenditoria straniera provinciale è in crescita in tutti i settori: in testa, l’edilizia con +45 imprese (+2,7%).