I rincari energetici si sommano alla sofferenza del periodo delle feste e alle difficoltà dovute dalla pandemia che, dal 10 gennaio, secondo un monitoraggio effettuato da Confcommercio Ravenna sulle imprese associate, si trovano a dover fare i conti con un crollo della clientela.
In sostanza, secondo elaborazioni statistiche basate sugli aumenti medi su base annua, saranno pesanti gli aumenti per i bar, la cui bolletta elettrica passerà in media da 4 mila a 7 mila € per salire, con il costo del gas, da 5 mila a 10 mila € in totale.
I ristoranti registreranno una maggiore spesa elettrica che passerà da 7 mila a 12 mila € che, con il gas, farà segnare un maggiore costo totale che da 11 mila € salirà fino a 19 mila €.
Per i negozi alimentari, che usano molto l’elettricità per la refrigerazione degli alimenti, la bolletta elettrica passerà da 15 mila a 24 mila €, mentre i costi del gas, usato per lo più per il riscaldamento dei locali, passeranno da 1.300 a 2.300 €, con il totale che salterà così da 16 mila a 26 mila €.
I negozi non alimentari avranno una bolletta energetica, fra gas ed elettricità, che passerà da 5 mila a 7 mila €, con l’incremento maggiore dovuto all’elettricità.
Per gli alberghi la spesa per la bolletta elettrica passerà da 49 mila € a 79 mila €, un aumento del 61%. A questo poi si aggiunge la bolletta del gas che passa da 10 mila a quasi 20 mila €. Per un albergo tipo (con consumi di 260 mila chilowattora/anno di elettricità e 18 mila metri cubi di gas), la spesa annua passa da 59 mila € a 98 mila €.
“Questo è veramente troppo – dice Mauro Mambelli, Presidente Confcommercio provincia di Ravenna e Presidente Fipe provincia di Ravenna, la Federazione che raggruppa i pubblici esercizi.
Da due anni stiamo lottando tenacemente, con la pandemia che ancora non ci da tregua, con le restrizioni che hanno modificato il nostro lavoro e ora questi aumenti del costo dell’energia davvero insopportabili per le nostre aziende.
Con il raddoppio di questi costi non so se sarà possibile non applicare un aumento dei nostri prezzi (che lo ritengo sempre una sconfitta e che potrebbe portare fuori mercato tante imprese, soprattutto del settore turistico) perché, oltre a questo, dobbiamo fare i conti con l’aumento delle materie prime, con rincari anche dell’ordine del 30%.
Se sommiamo tutto questo, diventa difficile stare sul mercato, ma non è possibile scaricare sui consumatori questi oneri per non indebolire la dinamica dei consumi.
Certo è che il ‘caro bollette’ è un problema vitale per le imprese che può essere affrontato solo attraverso misure strutturali nazionali, e che deve trovare soluzione perché in caso contrario, molte attività non riusciranno ad arrivare alla fine dell’anno e non per le restrizioni dovute all’emergenza epidemiologia, ma per gli importi esorbitanti delle bollette di energia elettrica e del gas e per gli aumenti di gestione dell’impresa. Infine, riteniamo insufficienti i ristori e i nuovi sostegni alle attività in crisi per il Covid e l’intervento sui prezzi delle bollette decisi dal Governo”.