I risultati delle prime quattro settimane di saldi invernali, raccolti attraverso l’indagine congiunturale condotta da Confcommercio Emilia Romagna attraverso il Centro Studi Iscom Group, evidenziano segnali confortanti. Il monitoraggio è stato realizzato su un significativo panel di imprese commerciali della regione, composto da punti vendita di beni per la persona, in particolare abbigliamento e calzature (95%).
Le vendite nei saldi invernali 2019 rispetto all’anno scorso sono aumentate per il 15% degli operatori e sono stabili per il 58%. Chi ha rilevato aumenti di vendita ha avuto incrementi intorno al 10/15%. Il 27% ha segnalato invece una diminuzione delle vendite (contenuta comunque entro il 15%).
Nel primo weekend c’è stato il picco, ma gli operatori segnalano una certa vivacità delle vendite anche nelle settimane successive. I clienti sono attenti al prezzo e si lasciano ancora tentare poco dagli acquisti di impulso.
Il 35% degli operatori attribuisce le ragioni dell’andamento positivo o stabile delle vendite alla riscoperta della piacevolezza dello shopping durante i saldi da parte della clientela. Si tratta di un elemento nuovo rispetto alle rilevazioni fatte negli anni scorsi che evidenzia che la shopping experience è una leva competitiva per il piccolo dettaglio.
Per gli operatori che hanno dichiarato un andamento negativo si sottolineano tra le cause la riduzione di disponibilità delle famiglie e la concorrenza sui prezzi della grande distribuzione.
“Il primo mese di saldi all’insegna della stabilità – commenta Luca Massaccesi, Direttore di Confcommercio Ascom Lugo – ci fa ben sperare per il prossimo futuro. Anche per quanto riguarda l’area Lughese l’andamento vendite per il primo periodo di saldi invernali è sostanzialmente positivo, con una situazione lievemente migliorata rispetto ad anni passati. Particolare movimento è stato registrato nelle prime due settimane, con una stabilizzazione a partire da metà mese; favorevole si è rivelata la stagione piuttosto fredda che ha portato ad acquisti di capi tipicamente invernali, con un cliente attento agli sconti, ma anche alla qualità o alla marca del prodotto, come avevamo rilevato anche nell’indagine prenatalizia”.
Il 23% degli operatori ha la percezione che stiano crescendo gli acquisti online anche durante i saldi.
“È vero che l’e-commerce può avere prezzi più bassi – aggiunge Massaccesi – ma è altrettanto vero che questo è possibile soprattutto perché i colossi del web e le piattaforme di intermediazione della moda hanno fiscalità di vantaggio o addirittura non pagano le pesanti tasse cui invece sono assoggettate le nostre imprese italiane. Per questo abbiamo chiesto come Confcommercio l’introduzione di una web tax e riaffermato la necessità di competere sul mercato a parità di regole”.
“Diventa quindi fondamentale un intervento – conclude Massaccesi – a livello nazionale piuttosto che europeo, che favorisca l’introduzione della web tax, anche in considerazione di un nuovo gettito utile a evitare le clausole di salvaguardia oppure a favorire il taglio dell’Irpef”.
L’andamento della spesa è in aumento per l’8% e stabile per il 70%. Lo scontrino medio nell’abbigliamento si attesta intorno agli 88 euro a persona (circa 194 euro a famiglia).
Nel dettaglio, sono stati fatti acquisti non molto impegnativi (maglieria e pantaloni, borse) ma, anche grazie al freddo di metà gennaio, è ripartita la vendita dei capispalla, in particolare piumini. Vendute, tra le calzature, sneakers di marca, stivaletti, scarponcini.
Gli operatori sono partiti con le stesse percentuali di sconto dell’anno scorso. Le vendite in saldo sono importanti per gli operatori del settore beni persona perché rappresentano comunque tra il 10 e il 20% del fatturato annuo e per un operatore su 4 incide fino al 30%.