Rimettere in moto il prima possibile il sistema produttivo composto dalle micro e piccole imprese che più di altre rischiano di soccombere, per il protrarsi della restrizione forzata, sotto il crollo verticale del fatturato e della crisi di liquidità: lo ha chiesto Confartigianato in una lettera inviata al Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, sottolineando la necessità di consentire al più presto la riapertura delle micro e piccole imprese in ragione del loro ridotto impatto sul potenziale rischio di contagio.
Si tratta di un’iniziativa fortemente sollecitata anche da Confartigianato della provincia di Ravenna, che evidenzia come questa richiesta valga in particolar modo per quelle imprese in cui opera il solo titolare, magari affiancato dai propri collaboratori familiari, normalmente conviventi, e per le piccole aziende manifatturiere che normalmente hanno dipendenti e collaboratori che risiedono nello stesso Comune dove ha sede l’impresa o nei Comuni confinanti e che raggiungono il posto di lavoro in larghissima maggioranza con mezzi privati. Così come per le numerosissime imprese del settore delle costruzioni e dell’impiantistica, a larghissima prevalenza artigiane, che operano in cantieri dove il distanziamento tra persone è facilmente realizzabile.
Migliaia di aziende che, anche nella nostra provincia, sono ferme ed inattive, nonostante il pericolo contagio, per le caratteristiche della propria attività, sarebbe facilmente contrastabile con normali misure di distanziamento interpersonale o mediante i più semplici dispositivi di protezione individuale.
‘Quella delle piccole imprese – ha sottolineato Tiziano Samorè, Segretario provinciale di Confartigianato, nel commento alla presa di posizione della Confederazione – è una realtà produttiva di cui tenere prioritariamente conto, che può essere rimessa al più presto nelle condizioni di operare, senza confonderla all’interno delle pieghe di un dibattito che coinvolge impianti produttivi di grande dimensione nei quali convergono ogni giorno tanti lavoratori in un sol punto e spesso dovendo utilizzare mezzi pubblici’.