“Ravenna è prima in Romagna e terza in Italia per consumo di suolo: questo sistema ha fallito e va cambiato. Riprogettare la vita degli umani che sia in armonia con gli altri esseri viventi e sostenibile dalla natura” sostengono Valeria Ricci e Luigi Iorio, candidati dei Comunisti Uniti.
<<Il consumo di suolo è un danno permanente e irreversibile. Un danno che peraltro possiamo vedere con i nostri occhi, a differenza di altri disastri ambientali ma proprio per questo possiamo fare qualcosa in più per fermarlo. Limitarlo dipende dalle nostre comunità, non da Biden o Putin». È questo l’allarme che ha lanciato il climatologo Luca Mercalli, lo scorso 18 agosto dalle pagine del Corriere di Romagna in un’intervista che ha segnalato tutti i problemi che la nostra città si porta dietro rispetto al forsennato consumo di suolo.Un allarme che condividiamo e su cui, anche noi della lista Comunisti Uniti, abbiamo riflettuto a partire dal documento“Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” pubblicato proprio in questi giorni dalSNPA (Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente) che ha approfondito i dati dell’ISPRA (Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) analizzando, appunto,il consumo di suolo che avviene nel territorio italiano dove, per consumo di suolo si intende la perdita di suolo agricolo in favore di suolo cementificato(quindi impermeabile) e per estrazioni e attività che ne compromettono la capacità di assorbire CO2 o l’acqua in caso di allagamenti,quindi compromette e l’ambiente che ci circonda.A questo proposito i dati della ricerca sono impietosi nei confronti diRavenna che si attesta nel2020 a 18.777 ettari di “suolo” cementificato o compromesso e dove, per comprendere bene la rilevanza del problema, non è male ricordare che 1 ettaro equivale 10mila metri quadri. Una cifra che pone la nostra città all’ultimo posto tra le città romagnole.Ma non basta! È nell’incremento tra il 2019 e il 2020del consumo di suolo che capiamo meglio la portata del danno:Ravenna è prima in Emilia Romagna con 64 ettari mentre seconda è Modena con 16. Ravenna, inoltre, con la sua “performance”, si porta al terzo posto in Italia (seconda tra le città tra 100mila abitanti in su)dietro a Roma (127 ettari) e Troja (in provincia di Foggia)con 66 ettari, mentre se analizziamo il consumo di suolo per cittadino procapite arriva ad essere seconda dietro Roma. Un dato, quest’ultimo, ancora più allarmante perché inserito in un momento di forte flessione demografica per cui costruiamo e consumiamo suolo più di quanto realmente ci serva. È, dunque, questo il rapporto che certifica il fallimento della politica ecologica della città che nonostante gli annunci elettorali del sindaco e le alzate di scudi delle liste variamente “verdi” che lo hanno appoggiato e hanno deciso di sostenerlo anche alle prossime elezioni di ottobre nonostante si sa già che andranno avanti le estrazioni, i nuovi insediamenti commerciali,i quartieri residenziali oltre, ovviamente, al nuovo mega HUB di stoccaggio della CO2. Noi Comunisti Uniti, che di questo argomento abbiamo fatto uno dei punti qualificanti del nostro Programma per la Città, non solo abbiamo inserito nella Lista candidati che già in precedenti impegni di governo locale si sono opposti alle trivellazioni e al consumo di suolo, arrivando fino alle dimissioni e rinunciando a posizioni e stipendi importanti, ma abbiamo deciso di invertire completamente lo schema di ragionamento e, prendendo atto del fallimento di questo modello economico che va immediatamente bloccato,lanciamo la parola d’ordine della Rigenerazione che vogliamo sia il primo punto della Riscrittura di un Nuovo Progetto di vita degli umani in armonia con tutti gli esseri viventi e la natura>>.
Valeria Ricci e Luigi Iorio, candidati dei Comunisti Uniti