In arrivo nuovi sostegni a famiglie e imprese per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale: un decreto legge con disposizioni urgenti in questa materia è fra i provvedimenti all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri che si riunirà alle 18.
Sul tavolo anche un decreto legge con disposizioni urgenti per la ricostruzione sui territori colpiti dall’alluvione di inizio maggio.
C’è l’intesa nella maggioranza sul nome del generale Francesco Paolo Figliuolo come commissario alla ricostruzione dopo l’alluvione che a inizio maggio ha colpito l’Emilia Romagna e parte di Marche e Toscana.
Lo confermano fonti di governo. Si attende il via liberà alla nomina che sarà discussa nel Consiglio dei ministri delle 18, con all’ordine del giorno un decreto legge con disposizioni urgenti per la ricostruzione sui territori colpiti dall’alluvione. Figliuolo, comandante del Comando operativo di vertice interforze, ha ricoperto il ruolo di commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 da marzo 2021 a marzo 2022.
C’è la proroga al terzo trimestre – a quanto si apprende – del bonus sociale per aiutare i meno abbienti a pagare le bollette, nel decreto legge con sostegni a famiglie e imprese per l’acquisto di luce e gas, atteso in Consiglio dei ministri. Il provvedimento, inoltre, dovrebbe far valere fino a settembre anche il taglio dell’Iva al 5% e l’azzeramento degli oneri generali di sistema solo per il gas. Non dovrebbe invece arrivare la proroga per i crediti di imposta. La misura, come spiegano fonti di governo, si autosostiene con risparmi di spesa sulle somme già stanziate per gli aiuti contro il caro bollette nel primo semestre.
Il sindaco e presidente della Provincia di Ravenna Michele de Pascale commenta la nomina da parte del Consiglio dei ministri del generale Francesco Paolo Figliuolo commissario per la ricostruzione post alluvione.
“Buon lavoro al generale Figliuolo lo aspettiamo al più presto in Romagna. Durante la pandemia ne abbiamo conosciuto le capacità e lo spirito di sacrificio che anche in questo caso lo hanno portato ad accettare un compito molto difficile. Il Governo, dopo averci spiegato per tre settimane che un commissario non serviva, arriva con grave ritardo a una scelta di indiscutibile qualità. Al momento ancora non è chiaro se con la nomina del commissario siano state contestualmente stanziate le risorse essenziali per permettere a lui e a noi di continuare ad operare; spero veramente che ora non si perda più un solo minuto per riscostruire i territori devastati dall’alluvione e dalle frane e dare una risposta strutturata e non solo emergenziale, alle comunità e alle imprese che attendono gli indennizzi da ormai troppo tempo. Le istituzioni del territorio sono pronte a lavorare fianco a fianco al commissario Figliuolo con assoluto spirito di responsabilità e collaborazione.
La ventilata nomina dei tre presidenti di Regione come sub-commissari sarebbe un primo segnale positivo. Le nostre priorità rimangono sempre le stesse presentate alla premier Meloni ormai tre settimane fa: stanziamento delle risorse necessarie agli indennizzi e ai lavori di somma urgenza, assenti nel dl alluvioni del primo giugno e un piano strategico per rendere più sicura la nostra terra sia sul versante delle frane che del rischio alluvionale.
Spero davvero che con la decisione di oggi il Governo segni un netto cambio di passo sui tempi, sulle risorse e sui corretti rapporti con il territorio.
Arriviamo a questo passaggio dopo tre settimane di pressing costante da parte di istituzioni, associazioni e sindacati del territorio, ora non aspettiamo altre tre settimane per stanziare le risorse necessarie al lavoro del commissario.”
“Il lavoro da fare per ripristinare i danni dell’alluvione è enorme: abbiamo oltre 12.000 aziende agricole danneggiate e 70.300 edifici coinvolti per circa 8,8 miliardi di danni. Va costruita la filiera istituzionale in modo efficiente, lo chiedono i cittadini e le imprese: bene quindi la nomina del Commissario Figliuolo, anche se molto tardiva, ma ora servono risposte concrete”. Con queste parole Elisabetta Gualmini, eurodeputata del Partito Democratico, ha commentato la nomina del generale Francesco Paolo Figliuolo a Commissario della ricostruzione dopo l’alluvione che ha colpito Emilia-Romagna e Marche a maggio.
“La nomina del Commissario alla ricostruzione in Emilia Romagna – ha continuato Gualmini – è sicuramente una buona notizia per le popolazioni colpite, che aspettavano da oltre 40 giorni un Commissario e continuano a chiedere risorse, misure concrete, cantieri e semplificazione amministrativa. Il ritardo della nomina ha rischiato peraltro di mettere in discussione l’attivazione del Fondo di Solidarieta’ Europeo che deve per forza essere richiesto entro 12 settimane dalla prima alluvione. Ora si lavori tutti insieme per costruire una filiera istituzionale efficiente, come all’epoca del terremoto del 2021, con un confronto costante tra cittadini, imprese, istituzionali locali, regionali e nazionali. Ancora meglio se, come sembra, saranno coinvolti nella governance commissariale i tre Presidenti delle regioni colpite (Bonaccini, Giani e Acquaroli). In particolare – prosegue l’eurodeputata – è fondamentale agire subito su due fronti: l’agricoltura e le aree interne. L’area più fertile d’Italia infatti – che da sola per l’export agricolo vale 11 miliardi di euro – dovrà rinascere presto. Ricordo che i soli danni sull’agricoltura ammontano a circa 1 miliardo e mezzo di euro, con 100 mila ettari da ripristinare che equivalgono al 42% della superficie agricola colpita e 64 mila lavoratori interessati. In secondo luogo i piccoli comuni e le zone appenniniche ancora isolate, dove devono partire subito i tre mila cantieri per ripristinare i servizi essenziali che richiedono quasi 2 miliardi di capitale. La velocita’ degli interventi fa la differenza: se partono oggi si può evitare il completo isolamento di alcune frazioni e comuni nel prossimo inverno.
Anche per questo – conclude Gualmini – ci vogliono ulteriori risorse, contando che oltre ai 30 milioni stanziati dal governo ad oggi, davvero poca cosa rispetto ai 2,5 miliardi promessi, le uniche risorse fresche sono i 60 milioni dell’Europa provenienti dal Fondo di Riserva della PAC, la politica agricola comune. L’impegno concreto promesso dal governo ora deve arrivare ai cittadini e alle imprese, che non possono più aspettare”.