“Il piccolo commercio da troppi anni è stato mortificato a completo vantaggio della grande rete distributiva. Questa affermazione è la stessa utilizzata da almeno quindici anni, ma in questo spazio temporale la situazione si è amplificata a dismisura con un’espansione senza limiti. La voce condivisibile ma flebile di Confcommercio esce quando i cosiddetti ‘buoi sono scappati’, ossia quando la rete della grande distribuzione non ha più confini, è priva di limiti e di regole con una pletora scandalosa di insediamenti a circondario di questo povero centro cittadino. Nel 2018 la Confesercenti propose, a ragione, una moratoria per bloccare questa proliferazione selvaggia, ma il Comune non ne ha tenuto in alcuna considerazione. Anzi, se possibile, ha intensificato in modo sconsiderato l’espansione.
I grandi centri commerciali, vale a dire i soggetti principalmente beneficiari della liberalizzazione degli orari del commercio, tra l’altro, stanno generando nel territorio rilevanti cadute negative sull’occupazione e sugli stili di vita e i lavoratori stessi subiscono turni inconciliabili con le esigenze famigliari. Oltretutto destabilizzano l’economia locale in modo irreversibile.
Il centro storico ormai è costretto a rassegnarsi al proprio declino perché in tanti anni non ha mai ricevuto compensazioni, agevolazioni o interventi incentivanti, anzi, vive una situazione completamente contraria: affitti dei locali alle stelle, chiusure di molte attività, sensibile calo dei consumi, certamente una mannaia per le imprese, parcheggi molto cari e non in grado di favorire l’accesso al centro. E a tal proposito l’amministrazione comunale assiste impassibile a questo grave e nocivo sbilanciamento tutto a vantaggio dei grossi centri distributivi, senza interventi degni di nota. Perché, ad esempio, come ha proposto la CGIL di Modena non si pensa a d una calendarizzazione di un numero di domeniche di chiusura dei grandi centri per consentire l’apertura esclusivamente ai negozi del centro storico nelle domeniche dedicate e con un trasporto pubblico gratuito?
La risposta è prevedibile. Le leggi non lo consentono e i soggetti interessati con un grosso peso decisorio storcono il naso e mostrano pollice verso, pertanto al piccolo commercio non resta altra soluzione “aiutati che il ciel t’aiuta!”