L’indomani il fine settimana caratterizzato dalla nuova allerta meteo, il comitato “Noi ci Siamo” ha inviato una lettera aperta alla stampa per controribattere ad alcune dichiarazioni del presidente dell’Ordine dei Geologi Paride Antolini:
“Abbiamo letto le esternazioni del Geologo Paride Antolini, presidente regionale dell’ordine dei geologi e siamo rimasti molto stupiti da quanto sia riuscito ad artefare la realtà dei fatti, sia estrapolando senza contestualizzarla una frase pronunciata dalla nostra presidente Musumeci Alessandra “noi alle piogge eccezionali non abbiamo mai creduto”, sia rispetto a quanto realmente accaduto e denunciato nei tragici fatti del maggio 2023, settembre 2024 e ottobre 2024.
Noi abbiamo sostenuto e sempre lo sosterremo che tutte le cause di quanto accaduto non siano da attribuire unicamente a “piogge straordinarie“, bensì ad una somma di fattori che hanno contribuito a rendere “drammatiche“ quelle piogge che dopo il maggio 2023 vennero definite con tempo di ritorno millenario, ma che poi si sono ripetute dopo soli 17 mesi smentendo tutti i presunti scienziati sperticatisi a difendere la regione Emilia-Romagna da ogni responsabilità.
Noi che in quanto comitato indipendente rispondiamo solo ai cittadini alluvionati, abbiamo dato l’incarico a dei legali e ad un suo esimio collega, che evidentemente non la pensa come lei, di denunciare al Tribunale Superiore delle Acque quanto accaduto, per cui vedremo se reggerà il suo racconto (guarda caso lo stesso della Regione!) o prevarrà la nostra interpretazione.
Le opere strutturali mai realizzate ma previste in tutti gli strumenti di programmazione quali PAI, PSAI, PRGA redatti dal 2001 al 2015 non costituiscono per lei un elemento che avrebbe potuto quantomeno mitigare i drammatici impatti?
La tanto da lei e dagli ambientalisti estremisti demonizzata manutenzione dei fiumi nei tratti a pensilità, non crede avrebbe contribuito a migliorarne il deflusso?
In relazione a quest’ultimo punto le faccio notare che studi universitari finalizzati proprio a tale valutazione hanno evidenziato come una sezione boscata messa a confronto con una sezione a prato, permetta una portata del 50%, le sembra di poco conto?
La sommatoria di tutto ciò ha causato quello che purtroppo abbiamo subito sulla nostra pelle e che ancora oggi temiamo possa ripetersi, data l’evidenza di come stanno procedendo i lavori nei troppo pochi cantieri aperti sul territorio e la qualità degli stessi, non da ultimo quanto accaduto a Traversara dove una piena definita “ordinaria“ ha causata una nuova inondazione del paese, prima tracimando, poi sifonando e trafilando dall’opera di difesa appena realizzata.
Le dobbiamo poi ricordare gli errori commessi dalla Regione nel definire la difesa del suolo su base amministrativa rimuovendo il concetto di gestione in ambito di bacino idrografico?
O quella di avere annullato nel marzo 2023 la figura dei tecnici di vigilanza?
O quella, in capo a tutto, di avere esternalizzato la materia della difesa del suolo (sicurezza idraulica, sicurezza idrogeologica, gestione della costa) alla Agenzia di Protezione Civile, antitetica come principio e modalità operative a quanto serve in un ambito ad altissimo rischio come la difesa del suolo, che vede come principio ispiratore la “prevenzione“ e non la protezione post evento?
La invitiamo dunque ad un confronto pubblico aperto e costruttivo se possibile, perché limitarsi a post o articoli che strumentalizzano in modo banale e riduttivo le posizioni diverse dalla sua, che peraltro essendo presidente dell’ordine dei geologi dell’Emilia Romagna dovrebbero essere rappresentative dei suoi iscritti, lo troviamo per lo meno molto scorretto, scortese e sconveniente”.