“La Giunta comunale di Faenza ha adottato la settimana scorsa il PUMS, il piano urbano della mobilità sostenibile 2020-2030, prevedendo che entro la fine del periodo decennale, 2030, la ZTL verrà estesa a tutto il Centro storico di Faenza, che comprende anche il Borgo. Dopo la disastrosa politica di questi ultimi trent’anni che ha privilegiato gli interessi delle cooperative dei noti colori, bianchi, rossi e intermedi, a sostegno dei loro centri commerciali, giunge la mazzata risolutiva e finale al Centro Storico di Faenza, contro agli interessi di tutti gli operatori economici che vi sono insediati, nel presunto obiettivo di tutelare la salute riducendo l’inquinamento atmosferico e di razionalizzare la mobilità dei cittadini, applicando anche a Faenza, città che supera di qualche migliaia il minimo di abitanti (30.000) previsto dalla legge per i piani urbani del traffico”.
Bruno Console Camprini, alla guida del comitato nato in via Naviglio, torna a criticare il nuovo PUMS di Faenza in queste settimane al centro delle osservazioni di cittadini e associazioni per proporre eventuali modifiche. La critica principale di Camprini, in passato già amministratore della città, riguarda la decisione di adottare il cambiamento
“Gli altri comuni della Regione impegnati a fare i piani sono tutti i capoluoghi delle provincie, eccetto Carpi, Imola e Faenza, i primi tutti con più di 100.000 abitanti. Che senso ha impegnare anche il comune di Faenza? La Regione però da dei contributi, va bene ma non si può fare della psudoamministrazione per avere dei soldi da spendere, in maggior parte, per fare degli appalti, ma cosa dici mai, cosa insinui! Nella delibera è scritto che si tutela la salute riducendo l’inquinamento atmosferico ed acustico e si razionalizza, migliorandola, la mobilità delle persone”
Camprini chiede piuttosto di intervenire su riscaldamento e aziende: “Ci chiediamo che cosa fa il comune per controllare l’inquinamento del primo e se fa abbastanza il secondo. Per il primo non ci risulta che faccia nulla di specifico, nonostante i rilevanti poteri che il Comune ha sugli impianti di riscaldamento, sui secondi i faentini ben conoscono la cattiva aria della zona industriale, accresciuta da infelice politica urbanistica di completa concentrazione, nonostante i meritati (?) premi ai suoi dirigenti. Ma soprattutto, vi è una novità sostanziale, il crescente sviluppo del trasporto elettrico che elimina in toto sia l’inquinamento acustico che atmosferico. Ben vengano le incentivazioni alla mobilità diversa dall’auto, pedonale, ciclistica e di trasporto pubblico, ma non ci si illuda che possa sostituire la comodità della libertà dell’uso dell’auto praticabile, che è irripetibile, per cui la politica deve facilitare anche l’uso della mobilità con l’auto e per essa deve essere prevista anche un’ adeguato sistema di parcheggi”.
E poi il centro: “I centri storici devono mantenere la loro caratteristica di attrattiva prevalente per le loro dotazioni artistiche, culturali, storiche e commerciali. Tutto il suo patrimonio edilizio deve essere stimolato con adeguati incentivi alla manutenzione ordinaria e straordinaria, anche sismica e l’abitare in essi deve rimanere una attrattiva agevolata. Non si deve continuare a sottovalutare il costo sociale, in tutte le sue componenti, degli spostamenti dovuti agli acquisti nei centri commerciali, compreso anche l’inquinamento. Questo Comitato, grazie ai 1020 cittadini che hanno manifestato la loro condivisione al NO ALLA ZTL in via Naviglio, hanno ottenuto il rinvio dei provvedimenti programmati alla nuova amministrazione. Pensiamo che non sia un atto propriamente democratico approvare un piano di tale innovazione ed importanza sociale ed economica alla vigilia di nuove elezioni per l’amministrazione della città e addirittura in un eccezionale periodo di emergenza di una pandemia che blocca completamente la vita democratica della città. Ci saremmo attesi una diversa sensibilità. Unico contentino l’avere ritardato, pare, di cinque anni l’obiettivo della zetatiellazione del centro storico. L’approvazione del PUMS da dicembre è slittata, per le elezioni regionali pensiamo noi, a marzo e l’obiettivo programmatico è stato spostato alla fine del decennio. Troppo poco, occorre una radicale marcia indietro, una razionalizzazione della pedonalizzazione con estensione può anche essere una soluzione positiva, con la necessaria estensione della sosta a parcheggio, ma estendere tutta la ZTL al centro storico è una corbelleria assurda per una città come Faenza. Ora inizia una nuova battaglia. Il comitato aveva già programmato una riunione apposita per valutare il da farsi, il giorno prima del primo decreto limitativo dei contatti e la ha dovuta disdire, questo dimostra il carattere antidemocratico della decisione della Giunta di approvare un piano così importante in piena eccezionale emergenza. Ma il Sindaco Malpezzi non è la prima volta che mostra una scarsa sensibilità democratica, lui che pure è di formazione politica cattolica, infatti non possiamo dimenticare che anni fa, durante il suo primo mandato si interstardì a negare l’abbassamento del quorum per il referendum sul piano sosta e troppe altre volte l’attuale amministrazione ha mostrato scarsa attenzione all’ascolto delle istanze dei cittadini”.