La Arte Borgo Gallery di Roma presenta la mostra ‘Com’è profondo il mare… Gio Montecavalli, un pescatore di sogni’ che sarà allestita nella sede di Borgo Vittorio, 25.
L’esposizione dedicata al pittore ravennate, Giovanni Montecavalli, che ha il patrocinio del I Municipio Roma Centro, del Comune di Ravenna-assessorato alla Cultura, dell’associazione Club Medici, sarà inaugurata sabato 9 settembre alle 17.30. La mostra, curata da Anna Isopo e con la presentazione della storica dell’arte Martina Scavone, è voluta fortemente da Gabriella Albieri, moglie dell’artista, medico psicoterapeuta, e da Salvatore Cosma, medico odontoiatra con il quale ha frequentato il master Poetica di Club Medici, dal quale è scaturita l’idea della mostra, in uno scambio di suggestioni ed emozioni.
Nel lavoro di catalogazione delle opere è emerso inaspettatamente il trittico di Gio Montecavalli: “Com’è profondo il mare” 1- 2- 3 del 2012. L’anno della morte di Lucio Dalla. Si direbbe una citazione per immagini dell’omonimo capolavoro del cantautore bolognese, dove il mare è metafora archetipica. È apparso cosi un filo che lega la rappresentazione pittorica di Montecavalli, il testo e la musica di Dalla e le descrizioni simboliche, quasi impressioniste di certe pagine di Conrad. Tra la moglie del pittore e Salvatore Cosma ne è scaturito un lavoro di ricerca tra lettura di pagine letterarie e ascolto analitico di alcuni brani musicali, condividendo che diversi linguaggi artistici possono dialogare fra loro sul medesimo tema, in una coralità articolata capace di evocare emozioni intense, suggestioni e pensieri profondi. Così la mostra propone un onirico dialogo tra pittura, letteratura, musica e poesia per evocare esperienze capaci di suscitare domande e pensieri.
La mostra resterà aperta dal 9 al 20 settembre dal martedì al sabato, dalle 11 alle 19.
Giovanni Montecavalli, scomparso nel 2018 a 65 anni, fu eclettico e irriducibile talento artistico. Appassionato conoscitore della natura e del mare, sebbene pittore di vocazione interpretò professionalmente il suo estro dal 1974 come designer e arredatore, completando nell’ architettura d’interno la sua personale ricerca estetica. Nella sua città, Ravenna, fu un apprezzato professionista, senza rinunciare mai alla sua pittura, linguaggio prevalente per esprimere e integrare le proprie esperienze emotive di contatto ed esplorazione del mondo.
I suoi lavori eseguiti con grande varietà di tecniche (pastello, acquerello, cemento tinto con ossido, chine colorate, olio e acrilico su tela e legno, rame e catrame incisi, matita e carboncino…) testimoniano il suo bisogno di esplorare e manipolare i materiali alla ricerca di raffinate soluzioni espressive. Lui stesso, in occasione della mostra Gio l’eclettico (Ravenna 2018) che accettò di fare poco prima della sua morte, definì il suo “Eclettismo, come insieme di tecniche e scelte materiche diverse per raggiungere il medesimo scopo: dare forma alla Bellezza”.
Nell’ultimo anno di vita, a causa degli esiti della malattia, la sua produzione artistica si limitò all’uso del pastello. Da ottobre a febbraio 2018, disegnò oltre 60 tavole, dove tutte le linee del disegno sono esclusivamente iperboli. Iperbole come esperienza emotiva del vissuto della caducità.