“È morto ieri mattina, mentre stava lavorando al polo chimico di Ravenna, Stefano Poletti di 59 anni prossimo alla pensione, schiacciato dalla pala di uno scavatore guidato da un suo collega.
Le organizzazioni sindacali confederali, forti di un numero elevato di iscritti all’interno del polo chimico, si sono limitate alle condoglianze senza proclamare neanche mezz’ora di sciopero.
Sono quasi mille i morti sul lavoro dall’inizio dell’anno, una strage di operai che potrebbe essere evitabile fino all’ultimo uomo ma che non accenna a diminuire e, anzi, è in costante aumento.
Questo è l’enorme prezzo da pagare per chi non possiede altro che le proprie braccia ed è costretto a venderle per sopravvivere nella nostra società fondata sull’uguaglianza.
Uguaglianza che si riduce a formalità se teniamo in considerazione che a morire per arrivare alla fine del mese sono esclusivamente i lavoratori.
Uguaglianza dei diritti che è sancita dalla nostra costituzione e scritta a caratteri cubitali nelle aule di tribunale ma si scontra con la realtà quotidiana determinata dai rapporti di produzione capitalistici. Realtà che per i lavoratori si traduce in sacrificio, sfruttamento, miseria e morte, mentre per i padroni in privilegi, lusso e ricchezze.
Neanche in questo caso possiamo fare affidamento sulle leggi per ottenere giustizia da questa tragedia, visto che neanche un giorno di carcere è stato scontato da un padrone fino ad ora e visto che è proprio la legge a consentire agli imprenditori la massimizzazione del loro profitto a discapito delle condizioni lavorative degli operai, attraverso il sistema degli appalti e sub-appalti (come in questo caso specifico).
I lavoratori non possono pensare di opporsi alla loro mattanza utilizzando le regole imposte da una società fondata sull’economia capitalista, anche se governata dalla migliore delle democrazie. Il profitto privato, che genera i privilegi dei pochi, richiede inesorabilmente un sacrificio di sangue.
Nessuna fatalità, nessun incidente, quando muore un operaio muore per fare arricchire un padrone, muore sacrificato sull’altare del profitto. Non sono imprenditori, sono assassini.”
Collettivo comunista Red Militant