“Metri di fango, sabbia e tonnellate di legname, interi alberi, detriti, ma anche pneumatici e rifiuti. Questo è quello che gli agricoltori dei territori colpiti dalle esondazioni stanno trovando tra i frutteti e vigneti e su ciò che resta dei campi di mais che si estendono lì dove la furia dell’acqua, rotti gli argini, si è abbattuta. Da Bagnacavallo a Conselice, il paesaggio è a dir poco sconfortante ed è il medesimo: chilometri di campagne ridotte in paludi fangose nella quali si stanno arenando uno dopo l’altro i trattori degli imprenditori di queste zone che per tentare di salvare quel poco di raccolto (forse) non ancora compromesso hanno provato a lavorare i terreni rimanendo invischiati tra melma e fanghiglia.
“Purtroppo la situazione è molto critica, quanto era nei letti dei fiumi si è riversato nei campi, in certi casi distruggendo interi frutteti e vigneti sotto la spinta violenta dell’acqua – commenta Assuero Zampini, Direttore di Coldiretti Ravenna – ed oggi, a quasi una settimana dalle alluvioni, il fango rimasto tra i filari è talmente tanto che salvare le piante risulta praticamente impossibile”.
Intere coltivazioni, quindi, appaiono destinate a marcire per l’impossibilità da parte degli imprenditori agricoli di intervenire, anche a causa delle tonnellate di detriti, rifiuti e legname che intralciano carraie e filari. Ed ora la nuova allerta meteo, con altre piogge in arrivo, rischia di peggiorare una situazione già gravissima.
“Difficile al momento stimare i danni – afferma il Direttore Zampini – ma sicuramente la cifra è ingentissima, parliamo di centinaia e centinaia di milioni di euro. Nelle prossime settimane – conclude – avremo un quadro probabilmente più chiaro e definito”.”