“Un taglio di 370 milioni di euro all’agricoltura italiana, non solo la più green d’Europa con primati nella qualità e nella sicurezza alimentare, ma anche la più giovane del Vecchio Continente dato che il nostro Paese è al vertice per numero di under 35 impiegati in agricoltura, è a dir poco inaccettabile”. Lo afferma Coldiretti Ravenna sottolineando, in riferimento alla riduzione del budget per la Politica agricola comune (Pac) dal 2020 al 2021 prevista dalla proposta di regolamento transitorio adottato dalla Commissione europea, il primato di imprese agricole giovani, ben 57.621 nel 2018, con un aumento del 4,1% rispetto all’anno precedente, detenuto dal Belpaese.
“Con il taglio agli stanziamenti – denuncia Michele Graziani, leader dei giovani agricoltori ravennati di Coldiretti – si andrebbe, di fatto, a cancellare con un colpo di spugna il futuro dell’agricoltura made in Italy. Un futuro che, anche nel Ravennate, è attualmente in mano agli under 35, protagonisti di un’agricoltura che è tornata ad essere un settore strategico per la ripresa economica ed occupazionale. Negli ultimi anni, infatti, è proprio l’agricoltura l’unico comparto economico che nel Ravennate, grazie ai sacrifici e agli investimenti dei giovani imprenditori, mostra vitalità. A confermarlo non è solo l’ultimo rapporto sulla demografia delle imprese della Camera di Commercio provinciale che mostra come le aziende agricole giovanili registrate a Ravenna siano cresciute di oltre il 9% nell’ultimo anno (il tasso di crescita più elevato tra tutti i settori economici dato che ad esempio i servizi alle imprese si fermano ad un +8,4% e l’industria al +1,6%), ma anche le domande di primo insediamento agricolo presentate e accettate dal 2015 ad oggi nell’ambito dei bandi dell’ultimo Piano di Sviluppo Rurale dell’Emilia-Romagna che hanno consentito l’avvio di oltre 1200 imprese sul territorio regionale, 165 solo nella nostra provincia”.
“Ma una riduzione totale degli stanziamenti pari a 370 milioni di euro per il 2021, come previsto dal passaggio dal nuovo al vecchio Quadro Finanziario Pluriannuale (QFP), significherebbe frenare il rilancio dell’agricoltura, motore di sviluppo sostenibile per l’Italia e l’Europa.
È necessario pertanto sempre maggiore rigore nelle prossime tappe del difficile negoziato tra i Capi di Stato e di Governo per salvaguardare le risorse finanziare, ma anche per realizzare una riforma della Politica Agricola Comune (PAC) che “riequilibri” la spesa facendo in modo di recuperare con forza anche il suo antico ruolo di sostegno ai redditi e all’occupazione agricola per salvaguardare un settore strategico per la sicurezza e la sovranità alimentare in un momento in cui il cibo è tornato strategico nelle relazioni internazionali, dagli accordi di libero scambio all’embargo fino ai dazi. Un appuntamento chiave per l’Italia che può contare su 750mila aziende impegnate su 12,8 milioni di ettari di terreno coltivato” continua Coldiretti.
“Con l’adozione dei regolamenti transitori la Commissione europea riconosce che, per il prolungarsi dello stallo sui negoziati paralleli sulla riforma e sul bilancio Ue 2021-2027, non ci sono i tempi per avviare la nuova Pac nel 2021 come previsto. Propone quindi una serie di aggiustamenti necessari a estendere l’attuale quadro legislativo e posticipare l’applicazione delle nuove regole di un anno, affinché la nuova Pac possa entrare in vigore il 1 gennaio 2022” conclude Coldiretti.