Bene l’operazione interforze tra il Dipartimento del Masaf – Icqrf e la Componente Speciale della Guardia di finanza grazie alla quale sono state sequestrate, nel 2023, 356 tonnellate di miele irregolare. Miele di bassa qualità proveniente da Paesi, tra gli altri, come Cina, Argentina, Brasile e Ungheria, che sarebbe finito sul mercato italiano con rischi per la salute dei consumatori, visto l’utilizzo di trattamenti non consentiti, e danni per i produttori nazionali che si sarebbero trovati a competere con miele straniero spacciato per tricolore dopo essere arrivato a prezzi stracciati. Quello cinese viaggia intorno all’euro al chilo.
Un’operazione fondamentale a tutela del nostro made in Italy e a protezione di un comparto, quello del miele, che nel 2024 si deve già difendere dall’aumento dell’importazioni dall’estero che hanno fatto registrare un +11%, secondo l’analisi Coildiretti su dati Istat, e dalle anomalie climatiche, con l’alternarsi di caldo, siccità e maltempo, che hanno causato problemi alle fioriture costringendo gli apicoltori a ricorrere alle alimentazioni di soccorso per salvare gli alveari.
“Ringraziamo tutti i soggetti coinvolti in questa fondamentale operazione a difesa del nostro miele e del made in Italy – dichiara la presidente dell’Associazione apicoltori Coldiretti, Veronica Barbati – l’arrivo in Italia di miele irregolare non solo mette a rischio la salute dei cittadini, ma anche la sopravvivenza delle nostre aziende. Sarà importante ora l’introduzione del principio di reciprocità, per evitare che nel nostro Paese arrivi miele prodotto secondo modalità vietate in Europa, garantendo il rispetto delle stesse regole in materia di sicurezza alimentare, qualità e tutela dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori. Non ci dobbiamo mai dimenticare – conclude la Barbati – che acquistando il miele direttamente dagli apicoltori italiano si sostiene il presidio dei territori e la presenza, quella delle api, di una sentinella vitale in tema di qualità dell’ambiente e della biodiversità”.
Per evitare di consumare prodotti di bassa qualità provenienti dall’estero e sostenere i circa 75mila apicoltori italiani che gestiscono 1,6 milioni di arnie, è importante controllare attentamente l’origine in etichetta o acquistare direttamente dai produttori presso aziende agricole, agriturismi o nei mercati di Campagna Amica. La legge impone che la parola “Italia” sia presente sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale (es. “Miele italiano”). Se il miele proviene da più Paesi dell’Unione Europea, l’etichetta deve indicare “miscela di mieli originari della Ue” specificando i Paesi di origine (es. Italia, Ungheria). Se proviene da Paesi extra UE, deve riportare “miscela di mieli non originari della Ue” con i nomi dei Paesi. Nel caso di un mix, l’etichetta deve indicare “miscela di mieli originari e non originari della Ue”, con i relativi nomi dei Paesi.