Salvare il nostro cibo e rendere trasparente il carrello della spesa è l’obiettivo della raccolta firme a sostegno della Petizione #stopcibofalso promossa da Coldiretti e Fondazione Campagna Amica per chiedere all’Unione Europea di rendere obbligatoria l’indicazione di origine degli alimenti. Nonostante i passi avanti, infatti, permangono ancora ampie zone d’ombra per cui ogni giorno rischiano di finire nel piatto alimenti di bassa qualità e di origine incerta che mettono a rischio la salute, come dimostrano i ripetuti allarmi alimentari.
Alla petizione hanno aderito in blocco tutti i 18 sindaci della provincia, ma anche tutti i consiglieri regionali e i parlamentari ravennati, convinti della necessità di ottenere più tutele per i produttori agricoli e più trasparenza nel piatto, due direttrici di intervento prioritarie al fine di garantire sicurezza alimentare, recuperare risorse economiche utili al territorio e generare nuova occupazione.
“La contraffazione e la falsificazione dei nostri prodotti alimentari tipici, penso alle eccellenze dell’Emilia Romagna, a partire dall’olio extravergine di Brisighella, prima Dop tricolore – afferma il Presidente Coldiretti Ravenna Massimiliano Pederzoli – costano solo alla nostra regione circa trentamila posti di lavoro, con ‘l’industria del falso’ made in Emilia Romagna che fattura nell’agroalimentare oltre 12 miliardi di euro”. Numeri che non hanno lasciato indifferenti i rappresentanti delle istituzioni, al fianco di Coldiretti in questa lotta al cibo falso e al furto dell’identità agroalimentare del nostro territorio.
Coldiretti Ravenna, ribadendo che la petizione popolare è ancora aperta, invita tutti i consumatori ad aderire firmando non solo presso gli Uffici Coldiretti, ma anche nei Punti Campagna Amica (le botteghe di Faenza in via Mazzini 154 e Lugo in piazza Garibaldi 25) e nei mercati