“La perturbazione che da sabato sta interessando il territorio romagnolo ha portato tanta pioggia sulla nostra provincia, pioggia che dalla collina al mare è caduta copiosa ma fortunatamente in modo non violento.
È proprio il caso di dire ‘fortunatamente’ – afferma il Presidente di Coldiretti Ravenna, Nicola Dalmonte – perché se da un lato è vero che queste precipitazioni hanno alleviato e non poco gli effetti deleteri di questo inverno sinora caldo e siccitoso, d’altro canto hanno tuttavia generato ansia e tensione tra i tanti agricoltori e cittadini residenti nelle aree già colpite dall’alluvione, in particolare tra chi risiede nelle vicinanze dei fiumi dove permangono situazioni di emergenza legate ad arginature compromesse e non ancora completamente ripristinate o tra chi da mesi convive con la fragilità di un territorio, in particolare quello di collina, ferito da centinaia di frane”.
“È evidente – aggiunge il Direttore di Coldiretti Ravenna, Assuero Zampini – che se la perturbazione avesse portato piogge intense e prolungate, ci saremmo ritrovati con aziende agricole e abitazioni nuovamente allagate, come peraltro già avvenuto ad inizio novembre quando diverse aree dei comuni di Casola, Riolo Terme e Castel Bolognese a ridosso del Senio sono finite ancora una volta sott’acqua proprio a causa del mancato completamento degli interventi di ripristino”.
A più di due mesi da quell’episodio, si chiede Coldiretti, cosa è cambiato? Cosa è stato fatto in termini di pulizia e manutenzione dei fiumi? Purtroppo – torna a ripetere il Direttore Zampini – “non è lanciando le allerte meteo che si risolve il problema, l’allerta serve, ma non a compensare l’inerzia relativa ad una manutenzione deficitaria”.
“Bene, dunque, l’arrivo del freddo e del vero inverno, perché una svolta climatica era ed è necessaria sia per compensare questi mesi siccitosi, che per la salubrità delle colture, tuttavia – chiosa il Presidente Dalmonte – occorre procedere con gli interventi di messa in sicurezza e ripristino concludendo le opere in corso perché non è possibile vivere in uno stato di allerta permanente senza quelle minime certezze di tutela e sicurezza indispensabili per vivere il territorio ed investire su di esso”.”