Il capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale, Alberto Ancarani, ha depositato un question time, da discutere in assemblea, a proposito della situazione della COFARI. In questi giorni si è appreso della chiusura del ramo facchinaggio.

Il testo del question time:

“Premesso che:
Si è appresa dalle cronache locali di questi giorni la chiusura totale della storica cooperativa di facchinaggio locale CoFaRi, che recentemente ha visto compiere ben 50 anni di vita;
Ricordato che:
La ricostruzione della vicenda ha fatto emergere come la situazione della coop fosse complessa e la tendenza tracollo fosse in atto da diverso tempo, ma la chiusura è avvenuta mesi fa nel silenzio più totale dei sindacati e delle associazioni annesse, a partire da Legacoop, solitamente molto ciarliera quando c’è da intervenire nel dibattito pubblico su qualunque argomento, ma stranamente muta in una vicenda di sua totale competenza;
Considerato che:
Se è ben vero che i soci-lavoratori si sono tutti ricollocati più o meno aiutati dalla coop stessa e dunque le ricadute occupazionali sono state pressochè a impatto zero, è allo stesso modo evidente che i soci-lavoratori non rivedranno mai più la quota sociale versata in qualità di soci, in molti casi per diverse migliaia di euro a testa;
Tenuto conto che:
tale perdita secca in capo ai soci è comunque un macigno sulle vite di padri di famiglia sul quale non si può tacere;
Rilevato che:
e’ emerso addirittura da alcuni soci che hanno chiesto l’anonimato che non hanno potuto neppure rilasciare ringraziamenti ai vecchi clienti, per la richiesta specifica della dirigenza di tenere nell’omertà più assoluta la chiusura della Cooperativa stessa;
Evidenziato che:
La Coop in argomento è divenuta anche destinataria di una richiesta milionaria da parte di INPS per presunte mancati versamenti contributivi e violazioni al CCNL;

Evidenziato altresì che:
Appare decisamente singolare che l’amministrazione comunale, benchè formalmente non coinvolta, non abbia espresso alcuna preoccupazione mediatica a differenza di molti casi simili quando ad essere coinvolte sono imprese non cooperative, dando l’idea di non sapere nulla di quanto in argomento, benchè il presidente della coop fosse addirittura il fratello di un assessore in carica;

Si chiede al Sindaco e alla Giunta:
• se l’amministrazione fosse al corrente di quanto sopra descritto;

• se l’amministrazione sia mai stata richiesta di collaborazione per chiudere la vertenza con i soci nel migliore dei modi facendo loro recuperare anche la quota sociale conferita;

• Se l’amministrazione, prendendo spunto da questo ulteriore clamoroso fallimento del modello cooperativo ideologicamente da sempre sostenuto non intenda piuttosto farsi promotrice presso il parlamento di iniziative legislative atte a riformare completamente detto modello impedendo da un lato fenomeni di dumping nei confronti delle ordinarie imprese private e dall’altro che soci in buona fede possano vedersi improvvisamente scomparire decine di migliaia di euro provvisoriamente conferiti.