Dietro le associazioni promotrici di queste iniziative non c’è nulla. Una volta ricevuti i soldi o i prodotti richiesti, come beni alimentari e farmaci, i referenti fanno perdere le loro tracce. Stessa storia per le richieste di aiuto che arrivano per e-mail o SMS, che contengono link per effettuare la donazione. Si clicca, si paga e non si sa che fine hanno fatto i soldi. Il nostro consiglio è quello di verificare sempre con attenzione le proposte che riceviamo. Se si tratta di un ente che promuove una raccolta fondi, è bene sincerarsi della sua autenticità, se è accreditato, dove ha sede, chi lo rappresenta e se in passato ha già fatto altre iniziative del genere.
Nel caso, invece, dei messaggi, prima di cliccare sul link e d’inserire dati personali, è importante capire da chi siamo stati contattati. Può essere utile, ad esempio, cercare notizie sul web in merito all’ente e all’iniziativa avviata.
È importante anche controllare il messaggio, perché già solo la presenza di un errore nel testo può essere un campanello d’allarme.
E comunque, in ogni caso, è bene utilizzare metodi di pagamento che garantiscono livelli di protezione aggiuntivi, così da poter eventualmente bloccare il tentativo di raggiro. In queste situazioni è facile lasciarsi prendere dall’emotività invece bisogna mantenere la calma e ragionare, perché, purtroppo, i truffatori non si fermano di fronte a nulla, neanche al dramma di una guerra”.