“Gabriela, Renata, Cloe, la piccola Elena.
Cronaca di questi giorni, storie di vite spezzate con un unico comune denominatore: la violenza di genere.
Interrogarsi a posteriori su cosa non abbia funzionato, se effettivamente qualcosa non abbia funzionato nei meccanismi di protezione posti in essere dal nostro ordinamento,
purtroppo non cambia l’epilogo, che tutti noi abbiamo letto sui giornali.
Certo è che le norme dettate dal cd. Codice rosso in materia di protezione delle vittime di reati violenti e/ o della violenza di genere sono, in astratto, una importantissima ed innovativa fonte di diritto ed accelerano appunto la messa in protezione delle persone “in pericolo”, proprio nella fase iniziale di propulsione delle indagini condotte dalla Polizia Giudiziaria.
Tuttavia, dobbiamo anche prendere atto che, in una fase preliminare di denuncia, la valutazione sulla pericolosità sociale di un soggetto (forse futuro autore di un reato) è condotta dagli organi di polizia e dal pubblico ministero, riteniamo sarebbe utile l’ausilio di uno psicologo forense e di personale qualificato, l’unico in grado di cogliere nel racconto della vittima e/o dei di lei familiari elementi sintomatici atti ad accelerare il procedimento di cui alla normativa dettata appunto dal Codice rosso.
Auspichiamo pertanto un intervento urgente volto all’inserimento all’interno delle Procure di figure professionali quali appunto lo psicologo forense, cui il Magistrato (o la Polizia Giudiziaria) possa far ricorso al fine di bloccare sul nascere episodi forieri di crimini di genere.
Auspichiamo altresì che si valuti la necessità di intensificare la collaborazione tra Forze dell'ordine e Psicologi in modo da assistere la vittima di reato già nella prima fase della denuncia, assumendo elementi utili anche al prosieguo delle indagini.”
La coordinatrice comunale Azzurro Donna Avv. Eleonora Zanolli