L’obiettivo di breve termine di uscire totalmente dalla dipendenza energetica dalla Russia ci pone un dilemma importante: da un lato una scelta di natura geopolitica spinta da un principio etico rilevante e condivisibile, dall’altro, invece, il conseguimento di una sorta di vittoria di Pirro in mancanza di scelte e iniziative concrete e di rapida attuazione che dovranno colmare i vuoti che verrebbero lasciati aperti dalla chiusura delle condotte russe.

“In buona sostanza – dichiarano il Presidente e il Direttore generale della CNA Territoriale di Ravenna Matteo Leoni e Massimo Mazzavillani – alla politica chiediamo di indicare chiaramente i nuovi scenari energetici oppure si rischia di fare un pericoloso balzo nel vuoto che andrà a pesare enormemente su imprese e cittadini. Per queste ragioni riteniamo come CNA di Ravenna fondamentali le proposte avanzate dal Sindaco De Pascale quando lancia l’idea di rafforzare il polo energetico ravennate attraverso quattro fondamentali azioni di sistema: ripresa delle attività estrattive di gas naturale nell’Alto Adriatico; posizionamento di un rigassificatore galleggiante al largo delle coste ravennati; realizzazione di un parco eolico offshore con impianto fotovoltaico galleggiante annesso; creazione di un sistema per la cattura, lo stoccaggio e l’utilizzo dell’anidride carbonica  da immettere nei giacimenti di metano esausti o per l’utilizzo nell’economia circolare. Progetti che condividiamo come CNA Ravenna e che riteniamo vadano attuati il prime possibile. Per questo abbiamo apprezzato la tempestività con la quale la Regione Emilia Romagna si è candidata a diventare hub nazionale per il gas e le rinnovabili indicando Ravenna come piattaforma ideale per rigassificazione e parco eolico. Una spinta importante che il Presidente Bonaccini ha voluto dare al nostro territorio e che auspichiamo possa essere recepita dal Governo e diventare presto realtà.

A queste azioni di sistema, come CNA, ne aggiungiamo una quinta: favorire con incentivi mirati e procedure semplificate la realizzazione di impianti di autoproduzione di energia elettrica da parte delle piccole imprese.  Secondo le nostre stime, su scala regionale, è possibile coinvolgere in tempi brevi oltre 10.000 micro e piccole imprese che realizzando impianti tra 12 e 200 kW potrebbero assicurare una consistente produzione aggiuntiva di energia elettrica da rinnovabili, un forte taglio delle emissioni di CO2 e un buon risparmio di metri cubi di gas. Per favorire la realizzazione di piccoli impianti da fonti rinnovabili riteniamo sia necessario estendere gli incentivi anche alle PMI, prevedendo un credito d’imposta come minimo del 50% dell’investimento iniziale e almeno per la durata di un triennio”.