Sì è svolto mercoledì 22 aprile un incontro tra venti strutture del settore wellness (palestre, sale danza e ginnastica, associazioni sportive) per cominciare a mettere in campo proposte positive per immaginare forme sicure di riapertura delle attività.
Il settore fitness/palestre/asd rappresenta una parte importante dell’economia locale e nazionale e la sua ripartenza, in condizioni di sicurezza, è decisiva per tutti gli operatori del settore (istruttori, tecnici, imprese collegate, manutentori, negozi, professionisti ecc.) e va quindi studiata con attenzione coinvolgendo gli stessi operatori, anche perché si tratta di esperienze tra loro molto diverse, non parificabili in un unico ambito.
“Il nostro vuole essere solo un primo passo di un lavoro – afferma Nevio Salimbeni, responsabile di CNA Benessere e Sanità di Ravenna – che metteremo a disposizione delle Istituzioni per fornire indicazioni e promuovere forme di autoregolamentazione in grado di garantire l’impegno di questo mondo nella lotta al virus e, anzi, il beneficio che da esso può arrivare per il benessere psicofisico delle persone, in particolare al termine del periodo di quarantena”.
“Il punto vero è il rispetto delle norme anti-covid – continua Salimbeni – riprogrammando, nella fase di convivenza con il virus, le modalità organizzative e specifiche dell’attività: tracciabilità degli ingressi, regolamentazione degli orari e delle presenze, protocolli di igienizzazione condivisi, distanziamento, uso ragionato dei DPI laddove necessario, aerazione garantita”.
“E’ molto importante – conclude il responsabile di CNA Benessere e Sanità – anche individuare forme di aiuto al rilancio del settore che oggi affronta una crisi gravissima e senza precedenti: un bonus statale a fondo perduto (sulla scorta di quello che verrà attivato per il turismo), crediti d’imposta sugli affitti pagati comunque in fase di chiusura, politiche sulla liquidità più efficaci, sospensione di tutti i pagamenti tributari, contributivi e dei tributi locali.”
Palestre, sale danza e ginnastica, associazioni sportive, piscine e centri fitness devono tornare ad essere quello che nella grande maggioranza dei casi erano: luoghi di benessere psicofisico e di prevenzione sanitaria. Affinché ciò succeda occorre programmare una riapertura e ricordare che queste imprese non vogliono morire trascinandosi dietro una fetta importante di economia locale e tanti posti di lavoro.
Nelle prossime settimane si terranno nuovi incontri per definire meglio le proposte già espresse e saranno programmate attività formative specifiche per il settore.