Il Decreto legge “taglia prezzi” approvato la scorsa settimana dal Senato, ha introdotto l’obbligo per le imprese di possedere un’attestazione SOA per poter operare nel mercato dei bonus edilizi ed ha così riportato nell’incertezza cittadini e imprese edificando nuove barriere burocratiche. È bastato il solo annuncio per bloccare nuovamente il mercato dopo le ultime disposizioni che cercano di riattivare le cessioni dei crediti e che hanno facilitato l’accesso al beneficio sino al 31 dicembre 2022 per le unità abitative unifamiliari.
“La qualificazione SOA – interviene il Presidente territoriale di CNA Costruzioni, Francesco Magnani – non è la risposta per combattere le frodi nel mercato dei bonus edilizi e non rappresenta nemmeno la certificazione determinante per la qualità dei lavori eseguiti. Con l’introduzione di questa nuova norma il Governo ha commesso una grave discriminazione nei confronti delle imprese, serie ed affidabili, che da anni operano nel settore delle ristrutturazioni edilizie private”.
Questa nuova norma che introduce di fatto una barriera di accesso alle opere di valore più elevato favorisce solo un piccolo numero di imprese che in Italia hanno la certificazione SOA: complessivamente 23.000 (di cui solo circa 17.000 per le categorie interessate)a scapito delle quasi 500.000 imprese operanti nel comparto delle costruzioni, che costituiscono la vera ossatura del settore e rappresentano la prima risposta alle istanze dei cittadini. Secondo CNA Costruzioni servirebbe, piuttosto, una legge – da tempo attesa dal settore – che riconosca il profilo professionale ed i requisiti delle imprese edili senza imitare, senza ragione, negli appalti privati gli istituti tipici del settore pubblico.