A un anno dall’alluvione, CNA Ravenna ha organizzato un incontro con istituzioni locali e regionali e le imprese per tracciare un bilancio della ripartenza e della messa in sicurezza del territorio. A un anno di distanza dalle ore drammatiche del maggio 2023, le imprese hanno raccontato le conseguenze di quei momenti e di come ancora oggi si ripercuotano sulle loro attività: 121 mila euro i danni in media riportati dalle aziende
293 imprese associate hanno avuto danni per 35,6 mln ai quali si aggiungono i mancati fatturati.
L’entità dei danni delle imprese è variabile, si va da 1.042 euro a 10 mln, il 42% ha avuto danni inferiori ai 10mila euro; il 29% tra 10 e 50mila euro; l’11% tra 50 e 100mila euro; il 16% con danni sopra ai 100mila mentre il 2% ha avuto danni sopra ad 1 mln di euro.
CNA Ravenna ha poi voluto monitorare l’andamento della presentazione delle pratiche sulla piattaforma sfinge, da parte di tutte le imprese (anche quelle non associate) scegliendo come territorio campione area della Romagna Faentina. Il 29 febbraio, in tutto il faentino avevano presentato domanda solo 12 imprese su 850 potenziali (1,4%); nel secondo monitoraggio dell’8 maggio, le imprese che hanno presentato le domande sono state 44 su 850 (5,18%) con contributi richiesti per 4,5 mln che però si sono tradotti in soli 162.777,50 euro di contributi effettivamente concessi, appena il 3,5% di quanto richiesto. Questo a causa delle complessità delle procedure che hanno portato infatti per il 47,7% delle pratiche presentate una richiesta d’integrazione (21) e 3 (6,8%) con esito negativo.
CNA con un recente sondaggio, su un campione di 112 aziende socie, ha indagato il sentiment delle imprese colpite dall’alluvione, che per il 26% come maggiore difficoltà ha segnalato la tenuta psicologica ed il senso di abbandono; il 15,8% sono in difficoltà per i tempi davvero troppo lunghi per avere i contributi dallo Stato; il 15% ha invece difficoltà per trovare le risorse economiche per riavviare l’attività e sopportare il calo di fatturato; mentre l’8% è preoccupato per l’incertezza sui lavori strutturali di messa in sicurezza , temendo nuove alluvioni”.