Ieri si è svolto a Cesena il Consiglio generale della FIM CISL Romagna, con la partecipazione della Segretaria generale della FIM CISL Emilia Romagna, Roberta Castronuovo, e il Segretario generale della CISL Romagna, Francesco Marinelli. Durante il Consiglio Generale FIM CISL Romagna è emersa una profonda preoccupazione per il drastico aumento delle ore di cassa integrazione autorizzate nel settore metalmeccanico. Nei primi sette mesi del 2024, si è registrato un incremento del 93.09% rispetto allo stesso periodo del 2023, con un passaggio dalle 2.646.003 ore del 2023 alle 5.109.168 del 2024. Questi numeri evidenziano una crisi occupazionale che sta colpendo duramente l’industria e i lavoratori del territorio.
Secondo i dati INPS, la provincia di Rimini è la più colpita, con un aumento del 162.30%, passando da 1.287.022 ore nel 2023 a 3.375.901 nel 2024. Anche Ravenna ha registrato un significativo aumento del 200.99%, con un salto da 361.239 ore nel 2023 a 1.087.304 nel 2024. In controtendenza, la provincia di Forlì-Cesena ha visto una riduzione del 35.26%, con le ore di cassa integrazione che sono scese da 997.742 nel 2023 a 645.963 nel 2024.
“Questi dati segnalano una crisi diffusa che coinvolge tutto il territorio romagnolo e non solo singole realtà,” ha dichiarato Riccardo Zoli, segretario generale FIM CISL Romagna. “Il settore metalmeccanico è in forte difficoltà, non possiamo correre il rischio di perdere le professionalità e le competenze dei nostri lavoratori, costruite con anni di esperienza. Queste sono risorse preziose per il nostro territorio e per il rilancio del settore. La perdita di queste competenze avrebbe effetti devastanti, non solo per l’industria ma per l’intera economia romagnola.”
“Il contesto economico attuale è gravemente condizionato da fattori esterni come le guerre in Ucraina e in Medio Oriente, che stanno generando instabilità e incertezza nei mercati internazionali – continua il segretario –. A livello interno, il calo dei consumi delle famiglie sta penalizzando settori chiave come l’automotive e gli elettrodomestici, aggravando ulteriormente la crisi del comparto metalmeccanico.
Alla luce di questa situazione, chiediamo con forza l’adozione di politiche industriali mirate e di misure di sostegno per le imprese. È fondamentale promuovere investimenti in innovazione tecnologica e formazione professionale, così da preparare le aziende e i lavoratori alle sfide del futuro e garantire la ripresa del settore”.
Se il settore metalmeccanico registra una forte riduzione non va meglio per gli altri settori. Sempre secondo i dati INPS le ore totali di Cassa integrazione autorizzate nel territorio romagnolo hanno avuto un incremento del 61.10% passando da 5.216.297 del 2023 a 8.403.614 del 2024.
Anche nel numero totale di ore autorizzate di cassa integrazione, la provincia di Rimini registra il dato maggiore, con un aumento del 72.43%, passando da 2.499.422 ore nel 2023 a 4.308.751 ore nel 2024. Ravenna ha visto una crescita significativa del 112.95%, con le ore che sono salite da 1.079.108 a 2.297.923. Infine, la provincia di Forlì-Cesena ha registrato un aumento più contenuto, ma comunque in linea con la tendenza generale, con una crescita del 9.72%, passando da 1.637.767 ore a 1.796.940 ore.
“Questi dati, che evidenziano un incremento medio romagnolo del 61.10% delle ore di cassa integrazione in tutti i settori, non lasciano spazio a dubbi: siamo di fronte a una crisi di sistema che coinvolge l’intera Romagna. Non possiamo ignorare la gravità della situazione – ha affermato il segretario generale CISL Romagna Francesco Marinelli – è cruciale che il governo metta in atto politiche che supportino il rilancio dei consumi interni, perché la ripresa economica passa anche da una maggiore capacità di spesa delle famiglie. Al contempo, bisogna favorire gli investimenti in settori ad alto potenziale, come la green economy e l’innovazione tecnologica. Solo attraverso un piano strutturato potremo ridare slancio all’industria e creare condizioni favorevoli per una crescita sostenibile.”
“La ripresa non arriverà da sola – ha aggiunto il segretario cislino – è necessario un intervento tempestivo da parte delle istituzioni locali, regionali e nazionali. Servono politiche industriali serie che incentivino l’innovazione e la digitalizzazione delle imprese, strumenti di sostegno per le famiglie e per i lavoratori e investimenti in formazione. Dobbiamo mettere in campo tutte le risorse disponibili per rilanciare i settori produttivi e tutelare i posti di lavoro. Non possiamo lasciare che migliaia di persone vedano sfumare le loro opportunità lavorative.”
“È il momento di agire, non di aspettare“, ha concluso Marinelli. “Dobbiamo fare in modo che questa crisi non lasci cicatrici permanenti sul nostro territorio.”