Il Tavolo dell’ortofrutta si farà. Anche Cia Romagna registra con piacere che il ministro del Dicastero agricolo  Lollobrigida ha convocato il tavolo il 24 ottobre,  che presenzierà , a seguito della richiesta di Cia. “Porteremo al Tavolo le nostre istanze  già raccolte in dieci punti che lanceremo poi nel corso di una manifestazione a Roma il 26 ottobre prossimo”, precisa il presidente di Cia Romagna Danilo Misirocchi e aggiunge: “Ai problemi strutturali del settore con cui facciamo i conti da tempo, in particolare con pesche e nettarine, si sono aggiunte le calamità degli ultimi anni con gelate, alluvioni e trombe d’aria. Questo sta mettendo a rischio tutta la filiera romagnola col pericolo di accelerare un disinvestimento già in atto che può portare all’abbandono quasi totale della frutticoltura romagnola con riflessi notevoli sull’economia, primo perché è un settore che esporta ma anche per l’indotto che muove. Rischiamo danni irreparabili.

Il 2023 è un anno estremamente pesante per il settore agricolo e per il comparto che impiega in regione oltre 25 mila imprese ortofrutticole su un totale di oltre 53.000 operanti sul territorio e che crea i 1,2 miliardi in termini di produzione lorda vendibile. “Mai come quest’anno l’ortofrutta ha subito conseguenze così disastrose con perdite ingenti, dovute ad eventi climatici: si stimano riduzioni di rese importanti di oltre il 60% con picchi del 90”, specifica il presidente di Cia Emilia Romagna Stefano Francia.

“Cosa fare? Occorre intervenire con misure straordinarie a garanzia di un comparto strategico per la nostra regione e per il Paeseosservano ancora i presidenti Cia Misirocchi e Franciapartendo dalla delimitazione dell’area colpita dagli eventi primaverili e attivare il decreto legislativo 102/04 a parziale compensazione dei danni subiti. In accordo con il presidente Cia nazionale abbiamo infatti inviato una lettera indirizzata al ministro del Dicastero agricolo Lollobrigida e chiesto che venga riconosciuto il carattere di eccezionalità di ti catastrofi. Inoltre venerdì scorso, in occasione di un evento promosso dai nostri giovani agricoltori è intervenuto il Sottosegretario di Stato, Luigi D’Eramo, al quale abbiamo consegnato un documento in dieci punti con le strategie da adottare per uscire da questa fase di stallo”.

Secondo Cia, con risorse derivanti dall’Ue vanno messi in campo tutti gli strumenti di difesa attiva e passiva indispensabili a prevenire i disastrosi effetti del gelo. “Inoltre – proseguono Francia e Misirocchi  – va riorganizzata la filiera garantendo ai produttori la necessaria remunerazione del lavoro. Infine va rilanciata l’attività di ricerca. L’assenza di interventi tempestivi rischia di determinare un ridimensionamento del comparto con estirpi e cessazione di attività dove i soggetti più fragili, piccole e medie imprese, giovani agricoltori ed agricoltrici sarebbero costretti a chiudere i battenti”.

Per questo motivo Cia annuncia diverse iniziative – mobilitazione nazionale del 26 ottobre a Roma compresa – per cercare di arginare questo crollo del settore: sarà un impegno politico a tutti i livelli ed anche uno sforzo di divulgazione e comunicazione delle misure da mettere in atto.

SUBITO MISURE STRAORDINARIE PER SALVARE IL SETTORE ORTOFRUTTICOLO

CIA AGRICOLTORI ITALIANI CHIEDE:

1) di prevedere nella delimitazione dell’area colpita dagli eventi primaverili di aprile e maggio attraverso l’attivazione del decreto legislativo 102/04 a parziale compensazione dei danni subiti;

2) proroga delle rate di credito agrario di esercizio e di miglioramento attuando le medesime procedure già sperimentate nel corso dell’emergenza COVID;

3) destinare risorse per finanziare la “cambiale agraria” Ismea per assicurare liquidità alle imprese agricole colpite da gelo ed alluvioni anche attraverso il coinvolgimento dei confidi regionali;

4) finanziare, attraverso le risorse della programmazione comunitaria, tutti gli strumenti di difesa attiva indispensabili a prevenire i disastrosi effetti del gelo;

5) permettere, utilizzando le risorse OCM ed i piani operativi, la conversione varietale degli impianti che sia siano dimostrati improduttivi;

6) riorganizzare la filiera garantendo ai produttori la necessaria remunerazione del lavoro e terminare l’iter per la definizione di un catasto ortofrutticolo nazionale;

7) ricostituzione della dotazione per gli interventi compensativi per siccità dal 01/06/2022 al 30/09/2022 ridotta del 50% a seguito dei tragici eventi che hanno colpito l’Emilia- Romagna nel mese di maggio;

8) la drastica riduzione dei principi attivi ha compromesso l’efficacia delle strategie di difesa in campo. Questo, combinato a fattori ambientali avversi, ha determinato una significativa riduzione della capacità produttiva degli impianti. Occorre quindi rilanciare le attività di ricerca e impedire che l’Europa compia la scelta ideologica di un dimezzamento delle molecole attive in assenza di alternative tecniche adeguate;

 9) sostenere il sistema assicurativo per garantire una efficace difesa delle produzioni;

10) l’esonero parziale dal pagamento dei contributi propri e dei lavoratori dipendenti sia per le aziende agricole che per le società o cooperative che svolgono o hanno svolto attività agricola nei successivi 12 mesi dal verificarsi dall’evento calamitoso come disposto dall’art. 8 del D.Lgs. 102/2004 poi modificato con D.Lgs. 82/2008.