Ravenna diventerà il centro di riferimento della Romagna per quanto riguarda la chirurgia robotica: a partire da gennaio infatti tutti i pazienti delle ortopedie Osteoarticolare di Ausl Romagna potranno accedere alle tecnologie presenti all’interno dell’ospedale Santa Maria delle Croci. Il progetto, avviato grazie alla sperimentazione portata avanti dal Dottor Belluati nell’Unità di Ortopedia e Traumatologia del presidio ravennate, prevede di realizzare nel 2022 oltre 350 interventi che riguarderanno prevalentemente operazioni al ginocchio ma con possibilità di applicazione anche per l’anca e la spalla. I chirurghi degli ospedali romagnoli potranno quindi operare i propri pazienti a Ravenna, consentendo loro di fruire della tecnologia robotica in grado di portare numerosi vantaggi tra cui la riduzione dei tempi del ricovero e del dolore post-operatorio.
Il Percorso del paziente
I pazienti di tutte le U.O. afferenti al dipartimento osteoarticolare di Ausl Romagna, candidati all’intervento di protesica, saranno valutati dal chirurgo ortopedico sulla possibilità di esecuzione dell’intervento con chirurgia robotica, e afferiranno al servizio preoperatorio del proprio ambito territoriale, il quale provvederà alla preparazione del paziente secondo protocolli condivisi. Il ricovero del paziente avverrà, in una data prestabilita, presso l’U.O. di Ortopedia e Traumatologia del presidio ospedaliero di Ravenna, il giorno prima dell’intervento. L’esecuzione dell’intervento avverrà da parte del chirurgo, debitamente formato, dell’U.O. di riferimento del paziente, assistito dal medico, anestesista, e personale infermieristico di Ravenna.
Incontro di presentazione del percorso di chirurgia robotica ai pazienti candidati
I pazienti candidati all’intervento incontreranno prima dell’intervento il team multidisciplinare che li seguirà durante il percorso di cura. Gli incontri saranno svolti, come da sempre a Ravenna nella sala del DEA. In quell’occasione i pazienti avranno modo di conoscere il medico operante, l’anestesista che ritroveranno in sala operatoria il giorno dell’intervento, la coordinatrice dell’U.O. di Ortopedia del presidio di Ravenna, dove avverrà il ricovero e parte del personale che lo seguirà nel percorso di cura. Lo scopo di questo incontro è migliorare la qualità percepita del paziente rispetto a tutto il percorso operatorio. Durante l’incontro il personale medico e infermieristico presenteranno il dispositivo utilizzato, la tecnica chirurgica e il percorso che l’utente affronterà dalla unità operativa, alla sala operatoria fino al rientro in degenza. E’ inoltre previsto un momento dedicato alle domande dei pazienti.
Il ritorno nell’ospedale di residenza per proseguire le cure
Se non sopraggiungono complicazioni, trascorse due giornate dall’intervento, il paziente viene trasferito in ambulanza presso l’ospedale di residenza per il proseguimento delle cure. La riabilitazione e tutti i successivi controlli avverranno nell’ospedale di residenza. Alla lettera di dimissione verrà allegato il Progetto riabilitativo individuale
Al termine del percorso verrà consegnato al paziente un questionario per testare la qualità dell’informazione ed educazione ricevuta nel percorso chirurgico.
Formazione degli Ortopedici e del personale infermieristico
L’attività di formazione del personale medico delle U.O. Ortopediche dei presidi ospedalieri è già in corso e si conta che entro il mese di gennaio la formazione sarà completata per almeno un chirurgo ortopedico di ciascuna Unità Operativa della Romagna.
I vantaggi della chirurgia robotica
L’impiego della robotica nella chirurgia protesica di ginocchio e anca. La sperimentazione già avviata a Ravenna, ha dimostrato gli importanti vantaggi dell’impiego. “Posizionamento dell’impianto più accurato, riduzione del dolore post-operatorio, riduzione della durata media del ricovero e dei tassi di revisione a 24 mesi- sono gli aspetti più rilevanti di questo trattamento chirurgico-. La tecnologia robotica aiuta inoltre a ridurre al minimo il traumatismo chirurgico, comprimendo così i tempi di recupero e guarigione, minimizzando il rischio di complicanze locali”.