La Cgil chiede un’accelerazione sulla transizione energetica che il governo italiano ha decisamente relegato in secondo piano, proponendo un’idea di sviluppo ancorata a logiche del passato. L’arretramento si vede su più fronti e riguarda diversi paesi europei. Purtroppo i conflitti in corso, l’instabilità internazionale e le difficoltà sul fronte dell’economia hanno fortemente ridotto l’attenzione pubblica internazionale e gli sforzi dei Governi per proseguire con rinnovata determinazione verso fonti energetiche sostenibili.
Questo rallentamento è negativo; tuttavia siamo consapevoli che, per ora, il progresso tecnologico non garantisce la possibilità di affrancare i sistemi produttivi dalle fonti energetiche tradizionali, tra cui il gas.
Ravenna è un punto riferimento importante a livello nazionale per la produzione di energia e per l’approvvigionamento delle materie prime. “Nel territorio provinciale ci sono migliaia di lavoratrici e lavoratori che sono impiegati nel settore energetico e a loro va il nostro primo pensiero – commenta la Cgil di Ravenna -. La transizione energetica deve proseguire nel suo percorso. Oltre a offrire nuove importanti opportunità occupazionali, deve garantire una conversione della manodopera attuale. Solo così avremo una transizione energetica equa e socialmente sostenibile. Fino a quando non avremo tecnologie green che permetteranno di uscire completamente dall’era del fossile, bisogna raggiungere un compromesso. Il gasdotto in via di realizzazione sul nostro territorio provinciale rappresenta un’infrastruttura strategica al trasporto del gas che prevalente giunge dall’Italia meridionale. È un sistema più sicuro e ambientalmente sostenibile rispetto a forme alternative di trasporto, come navi e treni. In più le tubazioni sono progettate per trasportare anche biometano e idrogeno. Il progredire di questi lavoro deve però essere accompagnata dalla realizzazione di quelle opere, tra cui il parco eolico a mare, che possono dare una svolta alla produzione energetica green”.