Cgil, Comitato in difesa della Costituzione, Anpi, Arci, Libera, Auser, Arcigay e Movimento Consumatori del territorio della provincia di Ravenna promuovono la manifestazione nazionale “Insieme per la Costituzione” in programma il 24 giugno a Roma, in difesa del diritto alla salute delle persone e nei luoghi di lavoro e per la difesa e rilancio del servizio sanitario nazionale, pubblico e universale.
“La sanità pubblica è al collasso – commenta il segretario generale Cgil Maurizio Landini -. Il 24 giugno saremo in piazza a Roma per rilanciare gli investimenti sulla sanità pubblica. Per tutelare la salute e la sicurezza, e per impedire che la gente continui a morire sul lavoro. Dopo i tagli di questi anni c’è bisogno di investire per assumere medici e infermieri. C’è bisogno di spendere i soldi del Pnrr per costruire le strutture sul territorio e fare in modo che non diventino private, ma siano pubbliche. Insomma, bisogna rispondere ai bisogni dei cittadini”.
L’appuntamento è alle 10 in piazza della Repubblica a Roma. Il corteo raggiungerà piazza del Popolo, dove si susseguiranno gli interventi dal palco, quello conclusivo sarà affidato al segretario generale della Cgil, Maurizio Landini.
Dal territorio della provincia di Ravenna, alcuni pullman raggiungeranno la capitale. Le partenze sono previste sabato 24 giugno: alle 3,30 da Ravenna dal piazzale del Cinemacity (per prenotarsi telefonare allo 0544 244280); alle 3,20 da Bagnacavallo dalla rotonda dell’autostrada (prenotazioni al 0545 913011); alle 3,30 da Faenza dal piazzale Iemca (prenotazioni al 0546 699611).
“I diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione – si legge nell’appello lanciato dagli organizzatori – tornino a essere pienamente riconosciuti e siano resi concretamente esigibili a ogni latitudine del Paese”.
Sindacato e associazioni scendono in piazza per la tutela del diritto alla salute, per un servizio sanitario nazionale e un sistema socio sanitario pubblico, solidale e universale, a cui garantire le necessarie risorse economiche e organizzative e il personale: operatori e professionisti che possano realmente garantire il diritto alla cura di tutte e tutti, con salari adeguati, per contrastare il continuo indebolimento della sanità pubblica.
Sul fronte salute e sicurezza, il diritto al lavoro e la tutela del lavoro rappresentano i pilastri della Costituzione, ma i numeri degli infortuni mortali, gli infortuni e le malattie professionali sono ancora inaccettabili. Nei primi 4 mesi del 2023 sono morti 264 lavoratori e lavoratrici. Nel 2022 i morti sul lavoro sono stati 1.090. Gli infortuni nell’anno 2022 sono stati circa 700mila. Inoltre, di lavoro ci si ammala, le malattie professionali denunciate, nei primi 4 mesi dell’anno sono in aumento del 24% (23.800). È assurdo che nel terzo millennio ancora si debba morire o ci si ammali lavorando in molti casi per condizioni di lavoro pessime. Si muore per l’insufficienza dei controlli nei luoghi di lavoro dovuta alla carenza degli ispettori, si muore per la mancanza di presidi territoriali; si muore per la mancata formazione; si muore perché si è precari; si muore perché si lavora in un appalto dato in sub appalto, si muore perché donna o migrante. È necessario e non più rinviabile un rinnovato atto di responsabilità del Governo e delle Istituzioni per ridurre le morti sul lavoro e gli infortuni.