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“Abbiamo appreso mezzo stampa del taglio dal primo gennaio 2023 del numero di automedicalizzate nei territori di Rimini e Meldola, che si somma a quello già avvenuto sul territorio di Lugo.

Come CGIL di Ravenna, Forlì, Cesena e Rimini, congiuntamente alle categorie di Funzione Pubblica CGIL riteniamo grave non aver avuto alcuna informazione preliminare che consentisse un confronto di merito, né sul taglio né sul più complessivo “progetto di sviluppo del sistema di soccorso preospedaliero in Romagna” ricevuto via email il 24 dicembre.

E’ evidente che un progetto di tale portata comporta ricadute sia sui cittadini in termini di servizio che sul personale sanitario coinvolto, in particolare medici ed infermieri.

Per tale ragione non possiamo condividere né nel metodo né nel merito una scelta attuata senza un confronto tra le organizzazioni sindacali confederali e di categoria con la Conferenza territoriale socio-sanitaria e la Direzione dell’Azienda Ausl Romagna; confronto che riteniamo oggi più che mai urgente, perché tante sono le domande e le criticità su cui chiediamo risposte.

Da cosa accadrà quando i flussi turistici aumenteranno; a come è possibile presidiare un territorio così vasto passando da 12 a 9 automedicalizzate; a quali garanzie verranno fornite agli infermieri nei confronti di situazioni critiche fino a poco tempo fa gestite con procedure mediche.

La motivazione addotta, come sempre, sta nella statistica e nel numero di interventi che il mezzo di soccorso medicalizzato effettua. Riteniamo inaccettabile che un progetto di riorganizzazione del sistema di soccorso preospedaliero, con le criticità che tutti conosciamo e la scarsità di professionisti, entri in vigore con un taglio dei servizi ai territori senza un confronto preliminare. Sorge il sospetto che l’urgenza con cui si vuole attuare il provvedimento sia solo l’anticipo di altre misure che incidono sulla capacità di tenuta del Sistema Sanitario pubblico, in assenza di un quadro definito quantomeno a livello regionale.

Questa riorganizzazione nasconde forse degli ulteriori tagli ad un sistema già agonizzante?

Non sarebbe stato meglio un confronto preventivo per mantenere il servizio quantomeno nelle ore diurne? Non è possibile che ancora una volta i tagli al Sistema Sanitario Nazionale, da noi denunciati anche con lo sciopero generale del 16 dicembre contro la manovra finanziaria del Governo, ricadano sui cittadini e sugli operatori.

Ci auspichiamo perlomeno da questa Azienda Sanitaria della Romagna e dalla Presidenza della Conferenza Territoriale Sociosanitaria un maggior coinvolgimento nella Regione che ha sottoscritto il Patto per il Lavoro e il clima, in modo da garantire la qualità della risposta pubblica al territorio e agli addetti ai lavori le maggiori tutele possibili e la giusta gratificazione professionale ed economica.”