Reazioni indignate di centinaia di cittadini all’abbattimento, avvenuto ieri, dell’ultimo pino domestico presente sulla riva destra della parte terminale del Porto Canale di Cervia.
“L’ultimo Pino se ne è andato, era l’ultimo di quel baluardo verde che un tempo costeggiava il canale di Cervia. Simbolo di una resistenza inziata negli anni ’50, oggi ha perso la sua battaglia”. Così scrive la pagina “Cervia e Milano Marittima” sul social facebook.
“Un albero, quello abbattuto, dall’aspetto ornamentale molto elevato, posto di fianco al faro ottocentesco, in un contesto di altissimo pregio che ora è stato irremidiabilmente deturpato. Da una prima analisi il pino sembrava in ottime condizioni: è stato anche lui vittima di amministrazioni scellerate che, sull’onda della disinformazione, dell’incompetenza e di un presunto risparmio nelle manutezioni, hanno dichiarato guerra agli alberi ed in particolare ai pini domestici? Pini killer appostati dietro gli angoli, che sporcano e perdono resina. Così, da Firenze a Roma, passando anche dalle nostre parti, decine di migliaia di pinus pinea vengono rasi al suolo in tutta la penisola: con disarmante ignoranza si offende l’articolo 9 della nostra Costituzione e si cancellano migliaia di anni di quel paesaggio che rendeva l’Italia il Paese più ammirato al mondo. Non bastasse, i pini di Roma vengono ora attaccati dalla toumeyella parvicornis, un insetto proveniente dal Nord America che ha colpito prima la Campania: parassita debellabile con cure economiche, ma se trascurato come sta accadendo, provoca la morte dei pini. Nonostante questo, non di rado vale il motto “i pini aiutiamoli a casa loro”, ovvero fuori gli alberi dalle città, e si sciorinano promesse di piantumazioni di migliaia di nuovi alberi, come se le proprietà di un alberello appena messo a dimora potessero equivalere a quelle di alberi già adulti. Le città diventano roventi forni inospitali e molto spesso gli alberelli, utili solo a far tornare le statistiche, non vengono annaffiati e si seccano. Davvero la scelta migliore, tra l’altro in periodi di siccità elevata come quelli recenti. I pini, inoltre, noti dai tempi dei romani, posseggono innumerevoli virtù, tra cui anche quella di emettere essenze balsamiche e di contribuire, più di altri alberi, al miglioramento della qualità dell’aria. Non a caso venivano piantati attorno ad ospedali e sanatori. Tante sono le soluzioni per evitare di soffocare le loro radici con le colate di asfalto e provocarne il dissesto, tanti gli accorgimenti per manutenerli al meglio, evitando sfoltimenti drastici della chioma che potrebbero renderli vulnerabili al vento” afferma Italia Nostra sezione di Ravenna.
Italia Nostra ha inoltrato un accesso agli atti al Comune di Cervia per comprendere i motivi che hanno portato all’abbattimento dell’ultimo pino ed al degrado di questa parte così importante di città, dove, peraltro, pare stia avanzando anche la costruzione di un edificio nuovo piuttosto imponente.