Per 5 a 1 sulla Spagna, il Cile vince la prima Transplant Football World Cup, Coppa mondiale di calcio a 7 per persone che hanno subito trapianto di organi, organizzata in Italia (a Cervia, in Romagna) da AiCS – Associazione italiana cultura sport e promossa dalla Transplant World Games Federation. L’Italia, rappresentata da Aned – Associazione Nazionale Emodializzati Dialisi e Trapianto – si piazza quinta. Le finali, al termine di 4 giorni di gare, si sono giocate stamane al campo sportivo “Filipi” di Cervia: argento alla Spagna, bronzo all’Inghilterra. Quarta la Francia.
Tutti gli 11 team in gara (Australia, Chile, Inghilterra, Francia, Irlanda, Irlanda del Nord, Italia, Romania, Spagna, USA, Galles) erano composti da persone trapiantate di organi, tra cui fegato, reni, polmoni, cuore e midollo osseo: oltre 300 le persone presenti, tra circa 200 calciatori trapiantati – uomini e donne di ogni età -, una quarantina i volontari impegnati, 4 i medici presenti ogni giorno sul campo sportivo e nei luoghi di socialità, insieme a una decina di fisioterapisti degli Spedali Privati di Forlì. L’assistenza e la consulenza medica sono state garantite in collaborazione con Ausl Romagna, il Centro di riferimento trapianti della Regione Emilia Romagna, il Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università di Bologna, che hanno anche partecipato alla conferenza scientifica promossa nell’ambito della Transplant Football World Cup mercoledì scorso, sempre a Cervia. Al centro, i benefici dello sport per le persone trapiantate: non a caso, i calciatori e le calciatrici partecipanti alle gare hanno anche aderito allo studio promosso da Unibo e dal Centro nazionale trapianti proprio sul rapporto tra sport e trapianti. La manifestazione è stata poi condotta con il sostegno del Ministro allo sport, del Dipartimento allo sport del Governo, del Comitato italiano paralimpico, in collaborazione con Aned e con il patrocinio di Regione, Comune di Cervia, e con il supporto di Beyfin e la media partnership di Corriere Romagna e Radio Bruno.
Al centro della settimana di festa e sport inclusivo – dalla cerimonia di apertura di domenica scorsa che ha visto sfilare le 11 bandiere partecipanti e il giuramento di atleti e arbitri – le storie di chi ce l’ha fatta. Da Samuele, 16enne di Albano Laziale e atleta più giovane in campo tra tutti i partecipanti internazionali, trapiantato di reni ad appena 14 anni; a Kate, australiana di 42 anni oggi a capo della commissione calcio della Transplant World Games Federation, trapiantata di fegato ad appena 16 anni. I momenti di socialità, che hanno coinvolto atleti, famigliari, medici e volontari, sono stati tutti dedicati ai racconti del “dono”. Tra i match più emozionanti, la “Partita del dono” giocata giovedì pomeriggio tra i volontari e lo staff AiCS e una rappresentativa di tutti i partecipanti alla Transplant Football World Cup.
Tutti i match erano trasmessi in diretta streaming sul canale Youtube della Transplant World Games Federation. Il team italiano Aned, allenato da coach Antony Tortomasi, era composto da 16 giocatori: il più giovane di appena 16 anni, il più adulto di 60. Ha vinto il quinto posto sull’Irlanda. Tutti i match di calcio a 7 sono stati arbitrati da arbitri AiCS, il regolamento prevedeva regole speciali volte alla tutela della salute dei calciatori in gara: i temi erano di 15 minuti ciascuno, partite quindi da 30 minuti.
“Lo sport ha il potere di veicolare messaggi importanti – commenta il presidente AiCS Bruno Molea -; in questo caso, si unisce alla promozione della donazione di organi e lo fa dimostrando sul campo il suo potere non solo educativo ma anche ‘curativo’. Sono molto orgoglioso che proprio AiCS abbia avuto il coraggio di organizzare un evento simile, dove l’attenzione alla salute è stata massima e dove la professionalità di medici e operatori sportivi ne hanno fatto un evento sicuro e dal grande potere comunicativo. Grazie ai partner e alla fiducia accordata dalla Federazione internazionale giochi per trapiantati”.