18 lavoratori somministrati in frode alle norme di Legge, attraverso un contratto di “associazione” ritenuto simulato con la finalità, anche, di evadere i contributi, le imposte e gli obblighi in materia di Salute e Sicurezza.
Sono gli esiti di un complesso accertamento effettuato dall’Ispettorato del Lavoro di Ravenna e dai militari della Guardia di Finanza di Cervia, che ha consentito di intercettare un sodalizio che faceva capo ad un socio “occulto” di una impresa che, attraverso formali e compiacenti amministratori, gestiva un albergo in Cervia. Le indagini sono partite, nell’estate del 2023, a seguito del controllo effettuato dai militari della Tenenza Gdf di Cervia all’interno della  struttura alberghiera, dove veniva trovato un lavoratore in nero e privo del regolare permesso di soggiorno.
Gli sviluppi investigativi sono proseguiti congiuntamente con il personale dell’Ispettorato del Lavoro di Ravenna, che ha consentito, in sinergia, di riscontrare un meccanismo  ideato per evadere i costi del lavoro, attraverso l’utilizzazione fraudolenta di cuochi, camerieri e personale addetto alla reception, che venivano assunti e immediatamente somministrati da un’ altra azienda – con sede legale in Roma –  il cui legale rappresentante altro non era che un semplice prestanome.
Gli investigatori hanno scoperto che la società romana, oltre ad essere priva di ogni organizzazione e rischio d’impresa, fungeva da vero e proprio “contenitore” di manodopera che veniva assunta ed inviata alla società cervese che, priva di regolarità contributiva (DURC), utilizzava i lavoratori in assenza degli obbligatori adempimenti in materia di Salute e Sicurezza ed, in alcuni casi, pagandoli anche in “nero”, senza assicurare i riposi settimanali e registrando nella buste paghe giornate e ore di lavoro inferiori rispetto a quelle nel concreto lavorate. L’impianto artificioso era stato mascherato da un generico contratto di “associazione” tra le due società, accordo contrattuale che, oltre a violare la Legge sui contratti, era stato sottoscritto addirittura prima che la società con sede a Roma si fosse costituita.
Inoltre, da approfondimenti investigativi, è emerso che l’amministratore di fatto della società cervese, al fine di occultare il proprio ruolo di datore di lavoro e di utilizzatore di manodopera, si era fatto assumere direttamente dalla società romana come semplice dipendente. Gli investigatori hanno, infine, riscontrato l’emissione, da parte della società romana, di fatture per operazioni giuridicamente inesistenti pari a 90 mila euro di imponibile fiscale.
Al termine delle attività ispettive, i trasgressori sono stati deferiti all’ Autorità Giudiziaria competente e sono state contestate contravvenzioni in materia di Salute e Sicurezza sul lavoro pari a 20 mila euro e sanzioni amministrative per euro 33.000 complessive, oltre ad esser stata accertata un’evasione contributiva pari ed auro 29.000.