“L’attuale Regolamento Generale del Palio, che è una delibera del Consiglio Comunale, prevede che un cavaliere che abbia corso anche un solo Palio per un Rione non possa poi più correre per un altro Rione, per tutta la sua vita. Si tratta di una regola inserita nel Regolamento agli inizi degli anni ’80, quindi circa venti anni dopo l’avvio del Palio a Faenza, in particolare per le vicende del cavaliere Ricci, all’epoca molto famoso”.
“Questo vincolo a vita ha creato negli ultimi anni una situazione assurda: vari cavalieri faentini, molto bravi e che hanno vinto dei Palii, non hanno trovato l’accordo con il loro Rione “di origine” per cui non possono più gareggiare a Faenza e corrono in altre città italiane di tradizione storica, riportando spesso lusinghieri successi” commenta Tiziano Cericola, capogruppo in consiglio comunale di Rinnovare Faenza.
“Questa situazione ha creato due altri effetti “di sistema” negativi:
a) vari giovani che volevano avvicinarsi alle gare del Palio non frequentano più le stalle rionali, preferendo allenarsi con i cavalieri faentini esperti in strutture private, e poi vanno (anche loro !) a gareggiare in altre città italiane;
b) i Rioni, trovandosi a corto di risorse umane, hanno dovuto chiamare cavalieri “esterni” provenienti da altre città.
Non si tratta di una questione di mero campanilismo” continua Cericola “I Rioni sono liberi di far correre i cavalieri che vogliono e ogni cavaliere, viceversa, può andare a correre dove si trova meglio.
Il problema è un altro, di natura generale: il palio di Faenza ha caratteri specifici (lancia, percorso a otto, macchina da colpire) rispetto alle altre manifestazioni equestri italiane, per cui è interesse generale della città, anche superando le diatribe tra i Rioni, mantenere una “scuola faentina” di equitazione: in questo modo tutti i cavalieri locali esperti devono avere la possibilità di gareggiare liberamente (anche per diversi Rioni) e, soprattutto, loro e i Rioni devono essere messi in condizione di trasmettere la loro competenza ai giovani.
Quello che non possiamo accettare come città è che, dopo avere visto il palio del 2018 con due cavalieri esterni su cinque, ci sia il rischio di trovarsi tra pochi anni con un palio gareggiato da molti/tutti cavalieri forestieri, tra l’altro spesso di livello tecnico inferiore ai nostri cavalieri faentini “appiedati” da questo divieto assoluto di gareggiare e anche solo di entrare nel campo di gara, oltre ad avere smantellato una “scuola faentina” di equitazione.
Il Palio è una manifestazione della città, finanziata con soldi e strutture comunali, e non è un oggetto di proprietà privata dei Rioni, che hanno sicuramente un ruolo importante, ma i cui interessi di parte devono cedere il passo, in talune situazioni, agli interessi generali della nostra comunità, tutelati dal Consiglio Comunale.
Sono anni che i Rioni stanno disputando su questo tema, senza mai raggiungere l’unanimità dei consensi.
Alcuni temono che dopo lo svincolo i cavalieri possano chiedere un aumento del loro premio di ingaggio, ma io credo che più cavalieri ci saranno sul mercato (faentini e forestieri) e più ci sarà concorrenza tra loro per cui gli ingaggi si livelleranno al basso. Inoltre sono convinto che lo svincolo libero diminuirà il tasso di litigiosità personale nelle scuderie rionali, che è spesso il fattore scatenante dell’uscita del cavaliere.
Altri lamentano che i costi per istruire un giovane cavaliere sostenuti da un Rione poi andrebbero a vantaggio di un altro Rione in caso di svincolo: concetto opinabile dato che oggi il cavaliere che smette per un Rione poi va a correre in altre città per cui il Rione di partenza ci ha rimesso comunque, e poi il cavaliere che esce si porta via anche i “suoi” giovani, che smettono di frequentare le scuderie rionali privando il Rione stesso di un futuro.
Va anche osservato che spesso i caavalieri forestieri usano comunque un cavallo del Rione in quanto non tutti si portano il loro cavallo da casa per paura che si azzoppi: quindi i costi restano lo stesso a carico del Rione.
La discussione della mozione sarà preceduta da una riunione congiunta delle Commissioni I e IV, per ascoltare il parere dei Capi Rioni, e poi sarà portata all’esame del Consiglio Comunale entro il mese di marzo. Se verrà approvata (non è detto che passi) sarà compito del Sindaco predisporre gli atti deliberativi necessari e farli passare in Consiglio Comunale per l’approvazione definitiva, forse entro aprile/maggio”.