Venerdì 6 maggio, alle 18, nella sala D’Attorre di Casa Melandri, in via Ponte Marino 2, Maria Pertile e Giovanna Scarca presenteranno il loro libro “Cristina Campo. La disciplina della gioia. Con le lettere a John Lindsay Opie” edito da Pazzini. Interverrà il professor Piero Mazzucca e condurrà Francesca Masi.
La presentazione degli atti del Convegno celebrato a Firenze nel 2017 consente di portare a conoscenza del grande pubblico una delle figure più straordinarie del Novecento letterario italiano ed europeo. Si tratta di Cristina Campo che Ceronetti definì “trappista della perfezione” per la inarrivabile maestria di scrittura e di pensiero.
Cristina Campo ha solcato i cieli del Novecento come una cometa imprevista e misteriosa: pochi si accorsero del suo fulgore e suo veloce scomparire. Eppure chi conobbe l’intensa voce di Cristina Campo, chi comprese i motivi della sua vocazione alla parola e al silenzio, chi amò la musica di idee che in lei zampillava, ha sottratto all’oblio un patrimonio spirituale e culturale condensato in pagine di diamante. Oggi è divenuta una stella fissa per moltissimi lettori, che continuano a dissetarsi e ad accendere i volti alla sua opera, sapiente e inesauribile come una sinfonia che si rinnova a ogni ascolto, e ci rinnova. Cristina Campo, all’anagrafe Vittoria Guerrini, è nata a Bologna il 29 aprile 1923, ma ha vissuto a Firenze il giardino fiabesco della fanciullezza e il labirinto della giovinezza. È una delle voci più intense e raffinate della letteratura del Novecento. Poetessa, saggista, traduttrice di Simone Weil, Dickinson, Eliot, John Donne, W.C. Williams, Hoffmannsthal e di altri poeti metafisici e mistici, ha vivificato la cultura praticando “una professione di incredulità nell’onnipotenza del visibile” e orientandosi verso un’insonne ricerca della trascendenza e dell’eternità. I saggi che verranno presentati offrono una nuova lettura dell’opera campiana secondo un approccio multidisciplinare e interdisciplinare perché è questo il segreto della sua bellezza: non si può leggere con i soli strumenti della critica letteraria, ma occorre oltrepassare i confini del letterario e dell’estetico per comprendere la sua visione come un “tappeto di meravigliosa complicazione” in cui la trama e l’ordito sono gli atlanti di significato della poesia, la spiritualità cristiana, la Bibbia, la liturgia, l’arte pittorica e musicale.
A Maria Pertile e Giovanna Scarca, curatrici del volume insieme a Piero Mazzucca il compito dunque di far conoscere una personalità poliedrica e davvero eccezionale come quella della Campo: traduttrice raffinata, poetessa sublime, che concilia echi leopardiani con la migliore tradizione della lirica novecentesca, saggista che ha composto pagine mirabili su argomenti non certo facili come il significato profondo della fiaba e della liturgia, con una prosa che spesso va ben oltre i rigidi confini della saggistica.
Maria Pertile laureata in Storia della lingua italiana, è dottore di ricerca in Letteratura italiana, con una tesi sull’epistolario inedito di Cristina Campo. Ha compiuto studi in Filologia catalana medievale presso l’Università di Girona. Ha tenuto insegnamenti universitari, conferenze e seminari in Italia e all’estero ed è traduttrice dal catalano e dallo spagnolo. Da circa un ventennio si è concentrata su Cristina Campo, della quale ha pubblicato le lettere a Maria Zambrano, a Remo Fasani e a Ernesto Marchese.
Giovanna Scarca laureata in pedagogia e insegnante nella scuola primaria, continua a intrecciare la ricerca nelle scienze dell’educazione con gli studi letterari e teologici, trovando in quest’ultimi un indispensabile nutrimento spirituale per la vita. Ha tenuto corsi universitari incentrati sul rapporto tra letteratura e teologia e sui poeti del Novecento; inoltre corsi di formazione sulla didattica della poesia.