“Il 6 febbraio scorso a Faenza si è consumato l’ennesimo femicidio, che ha visto la morte di Ilenia Fabbri. In seguito alle indagini, ieri sono stati arrestati Claudio Nanni, l’ex marito di Ilenia Fabbri e mandante del femicidio, e Pierluigi Barbieri, conoscente di Nanni ed esecutore materiale”.
I centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna commentano la vicenda al centro della cronaca nera faentina e nazionale da un mese. Sono i primi commenti ufficiali di chi lavora quotidianamente accanto alle donne vittime di violenza e arrivano ad indagini concluse, quando le ipotesi degli investigatori si sono concretizzate in vere e proprie accuse nei confronti dei due uomini che avrebbero ordito da mesi il piano per uccidere Ilenia Fabbri.
“Risulta ancora più evidente, come quando si racconta un femicidio non si possa mai parlare di “raptus” o di “momento di follia”, come troppo spesso accade.
La violenza è sempre una scelta di chi la commette e nel caso di Ilenia è stata premeditata e addirittura commissionata ad un esecutore e retribuita in denaro.
Come Coordinamento dei centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna, sappiamo molto bene che nessun caso di violenza contro le donne è frutto di una “follia momentanea”, ma piuttosto l’espressione di una violenza sistematica e radicata.
Nel 2017, Ilenia Fabbri si era rivolta al Centro SOS Donna di Faenza, e aveva intrapreso un breve percorso di accoglienza nel momento in cui si stava separando dall’ex marito, ricevendo le informazioni di cui aveva bisogno in quel momento. Nello stesso anno, aveva anche denunciato l’ex marito per maltrattamenti, ma la denuncia è stata successivamente archiviata. Ilenia, in seguito al percorso di fuoriuscita dalla violenza intrapreso, è poi riuscita ad interrompere la relazione violenta con il marito e a separarsi dallo stesso.
Riconoscere l’importanza del percorso di fuoriuscita intrapreso da Ilenia e il suo coraggio nel lasciare il marito maltrattante e nel rivendicare la propria autonomia significa anche contestare l’interpretazione riportata su diverse testate secondo cui il movente del femmicidio sarebbe il “profondo astio” che Claudio Nanni provava nei confronti di Ilenia Fabbri “a causa delle sue pretese economiche” conseguenti alla separazione del 2018. L’esperienza delle operatrici e delle volontarie dei Centri del Coordinamento ci insegna che quello che viene indicato come astio è piuttosto l’espressione di una cultura della violenza che colpisce le donne quotidianamente.
Allo stesso tempo, il riferimento alle “pretese economiche” trasferisce ancora una volta la responsabilità sulla vittima, tra l’altro disconoscendo l’importanza dell’indipendenza economica nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza. La violenza maschile contro le donne deve essere nominata per quello che è: la violenza di un uomo contro una donna che non rispetta le sue aspettative, l’espressione più estrema del tentativo di un uomo di controllare la vita e il corpo di una donna, colpevole di voler vivere la propria vita in modo libero, autonomo ed autodeterminato.
Per questo ancora una volta, come Coordinamento dei Centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna ci ritroviamo a ribadire che è fondamentale che la violenza sulle donne venga letta e affrontata come un fenomeno sistemico e pervasivo, prodotto di una società patriarcale intrisa di stereotipi e da una cultura che ancora legittima la pretesa di controllo maschile sulle vite delle donne.
Notizie come questa dimostrano la pervasività della violenza, e il bisogno di un cambio radicale a livello politico e sistemico per il suo superamento. Ma sono anche motivo di grande dolore e sconforto per tutte noi, così come per tutte le donne che le leggono. Ci stringiamo a tutte le donne che in questo momento vivono una relazione abusante e a tutte quelle che l’hanno vissuta, nella speranza che questa notizia non le scoraggi nei loro percorsi di fuoriuscita dalla violenza ed autodeterminazione.
La violenza di genere è quotidiana e sistematica ed affrontarla da sole è molto duro. I Centri antiviolenza nascono proprio da questa esigenza di unirsi collettivamente nel contrasto alla violenza maschile sulle donne e nella lotta per la nostra autodeterminazione. Da mercoledì 3 marzo e fino all’8 marzo, tra le ore 18.00 e le ore 23.00, il centro di Piazza del Popolo a Faenza sarà illuminato da un fascio di luce di colore rosso, simbolo della lotta contro la violenza di genere. Domenica 7 marzo, dalle ore 18.30, in Piazza del Popolo a Faenza si terrà un presidio statico in memoria di Ilenia Fabbri e di tutte le donne vittime di femminicidio.