Caldo torrido e prolungato e scarsità di precipitazioni hanno innescato l’ennesima piaga che da alcune settimane si sta abbattendo sulle zone di collina e montagna della provincia ravennate, da Riolo Terme alle porte di Faenza. Qui, voraci sciami di cavallette stanno letteralmente divorando le coltivazioni di erba medica, foraggio, ma anche la frutta in raccolta, dalle pesche e nettarine alle susine e albicocche tardive. Ad alimentare questa invasione distruttiva, non solo il cambiamento climatico – denuncia Coldiretti Ravenna – bensì anche l’eccesso di vincoli che blindano le aree di montagna, impedendone di fatto la coltivazione.
“Dalle verifiche fatte in queste settimane – afferma il Direttore di Coldiretti Ravenna, Assuero Zampini – è emerso chiaramente come gran parte delle zone maggiormente colpite dall’invasione di cavallette siano limitrofe a terreni incolti vincolati perché inseriti nelle aree protette. L’effetto di queste politiche vincolistiche spinte all’eccesso sulle aree di montagna – prosegue il Direttore – è lo squilibrio di interi ecosistemi, con le zone protette e i terreni incolti all’interno dell’area del Parco della Vena del Gesso che diventano serbatoi per la proliferazione incontrollata delle cavallette”. Da qui l’appello diretto ad Alfonso Nicolardi, nuovo Presidente dell’Ente di gestione Parchi e Biodiversità – Romagna, soggetto gestore del Parco della Vena del Gesso: “Innanzitutto ci complimentiamo con Nicolardi per il nuovo incarico augurandogli buon lavoro – afferma il Direttore Zampini – vogliamo poi però evidenziare e sollecitare la necessità di un incontro al fine di esaminare i vincoli in essere e soprattutto per attivare quanto prima il monitoraggio finalizzato all’individuazione delle grillare anche nelle aree del Parco dove le cavallette, certamente, non fanno danni alle grotte, ma al territorio agricolo confinante, senza dubbio, sì!”.