Il Consiglio dell’Unione della Romagna Faentina, nella seduta del 28 febbraio, con un voto a maggioranza ha approvato una mozione-documento di indirizzo sulle tematiche di ordine ambientale e socio-economico relative alle condizioni e modalità di prosecuzione dell’attività estrattiva del gesso nella Cava di Monte Tondo, nei Comuni di Riolo Terme e Casola Valsenio, che recepisce i contenuti posti alla base della manifestazione organizzata il 6 febbraio scorso dalle Organizzazioni sindacali di categoria di CGIL CISL e UIL e dalle lavoratrici e lavoratori dello Stabilimento Saint-Gobain di Casola Valsenio per la produzione del cartongesso. Non stupisce l’astensione, fra le file del Partito Democratico, al momento del voto della consigliera e assessora di Riolo Terme con deleghe al Parco della Vena del Gesso Marina Lo Conte, da tempo a fianco delle richieste ambientaliste nella vicenda legata alla cava di Monte Tondo. 

Il Consiglio dell’Unione, così afferma la mozione approvata,“Ritiene che la tutela del lavoro, dei livelli occupazionali, dell’indotto e il futuro delle comunità sia una condizione, un requisito imprescindibile dello scenario finale che si dovrà indicare e perseguire attraverso la possibile prosecuzione dell’attività estrattiva e il conseguente ripristino ambientale”.

Altro aspetto, ribadito nella manifestazione del 6 febbraio, e ripreso nella mozione approvata, è che non può esserci salvaguardia ambientale e paesaggistica “Senza il lavoro, e quindi l’occupazione, il reddito e la possibilità di vivere nei territori montani potendo guardare con fiducia al futuro e alla loro piena tutela e integrità, direttamente dipendente dal contrasto dell’esodo e dell’abbandono di questi territori”.

Il testo della mozione:

Il 18 ottobre scorso, la Regione Emilia-Romagna ha reso pubblico lo studio commissionato mesi fa all’Associazione Temporanea di Imprese Servin scrl in qualità di mandataria, e Studio Silva Srl di Ravenna, per la “VALUTAZIONE DELLE COMPONENTI AMBIENTALI, PAESAGGISTICHE E SOCIO-ECONOMICHE IN RELAZIONE AL POSSIBILE PROSEGUIMENTO DELL’ATTIVITÀ ESTRATTIVA DEL POLO UNICO REGIONALE DEL GESSO IN LOCALITÀ MONTE TONDO, NEI COMUNI DI RIOLO TERME E CASOLA VALSENIO – PROVINCIA DI RAVENNA”.

Lo studio ha delineato alcuni possibili scenari di sfruttamento della cava; scenari che le istituzioni locali, Comuni e Provincia – con il coinvolgimento delle parti sociali ed economiche – dovranno valutare e indicare assumendo come parametro principale, accanto al parametro naturalistico-ambientale, l’impatto sociale, economico e occupazionale.

Ritiene:

che la tutela del lavoro, dei livelli occupazionali, dell’indotto e il futuro delle comunità sia una condizione, un requisito imprescindibile dello scenario finale che si dovrà indicare e perseguire attraverso la possibile prosecuzione dell’attività estrattiva e il conseguente ripristino ambientale.

che la prosecuzione dell’attività nel sito in oggetto debba essere valutata, per quantità, modalità e durata, sostenendo e promuovendo quelle condizioni tecnico-organizzative che permettano al gruppo Saint-Gobain Italia di riorganizzare la produzione in un distretto innovativo delle filiere del gesso, con un minor utilizzo di materia prima naturale a fronte di un incremento dell’utilizzo di materiale di recupero, come il cartongesso dismesso, al fine di proseguire e garantire il lavoro e l’attività industriale.

che detto obbiettivo presupponga la contestuale organizzazione di un sistema nazionale di raccolta del prodotto dismesso (economia circolare) e la possibilità di realizzare in loco un polo, di interesse e dimensione nazionale, per il recupero e l’uso industriale di questo materiale.

che l’obbiettivo e la preoccupazione che deve animare e orientare l’azione delle istituzioni locali deve essere certamente quella della salvaguardia ambientale e paesaggistica, lo dimostra il fatto che l’unione ha promosso e sostenuto la proposta di candidatura del “Carsismo nelle Evaporiti e grotte dell’Appennino settentrionale” alla World Heritage List, ma queste non possono avvenire senza il lavoro, e quindi l’occupazione, il reddito e la possibilità di vivere nei territori montani potendo guardare con fiducia al futuro e alla loro piena tutela e integrità, direttamente dipendente dal contrasto dell’esodo e dell’abbandono di questi territori.

Dà mandato agli Organi dell’Unione di impegnarsi fattivamente e concretamente nel perseguire questo duplice obiettivo, tutela e salvaguardia del lavoro e delle condizioni socio-economiche e tutela e ripristino ambientale, con la volontà di sedere a tutti i tavoli istituzionali che sono e che verranno attivati sul tema o promossi dall’Unione stessa, con l’auspicio di portare così le pluralità di posizioni e sensibilità all’interno degli stessi”.