Domenica 6 febbraio è in programma in piazza Sasdelli a Casola Valsenio una manifestazione proclamata da Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil, contro il futuro scenario della chiusura della cava di gesso di Monte Tondo che, nei piani della Regione, avverrà fra 10 anni. In quest’arco di tempo le istituzioni dovranno trovare una soluzione per garantire l’occupazione delle 140 persone che, in maniera diretta o indiretta, vedono il proprio posto di lavoro collegato all’attività estrattiva. Alla manifestazione parteciperà anche il sindaco di Casola Valsenio Giorgio Sagrini.
Sorpreso dalla partecipazione del primo cittadino è Mirko De Carli, capogruppo del Popolo della Famiglia in consiglio comunale a Riolo Terme e candidato sindaco, che sottolinea come la presenza del sindaco sia un’aperta critica ai piani regionali: “Siamo vicini ai sindacati che manifesteranno domenica prossima chiedendo un piano di riconversione dell’area chiaro e condiviso. Come più volte abbiamo chiesto come Popolo della Famiglia servono azioni mirate da parte della Regione Emilia-Romagna: investimenti e progettualità per arrivare pronti all’ottenimento del riconoscimento Unesco, un piano condiviso con le parti sociali e azienda per la graduale chiusura della cava e la garanzia del mantenimento dei posti di lavoro per i lavoratori residenti in valle e la programmazione degli investimenti regionali per valorizzare l’area come punto attrattivo di primaria importanza per il turismo nazionale ed internazionale”.
“Colpisce come il sindaco di Casola Valsenio abbia deciso di aderire alla manifestazione: un partito democratico che mostra un cortocircuito interno alquanto evidente. Chiediamo ancora una volta un tavolo comune tra maggioranza ed opposizione dei comuni interessati (con la Regione, le parti sociali e l’azienda coinvolte) con l’obiettivo di convertire l’area in zona protetta come patrimonio Unesco capace di garantire nuova occupazione per coloro che già lavorano nell’area di escavazione. Già in altre parti d’Italia processi simili si sono realizzati: impariamo da chi lo ha fatto prima di noi” conclude De Carli.