“La situazione è ancora molto delicata”, così il sindaco di Casola Valsenio, Giorgio Sagrini e il vice-sindaco Maurizio Nati fanno il punto a un mese dall’alluvione, che ha pesantemente colpito il comune romagnolo in area collinare e montana della provincia di Ravenna.
Poco più di 2.500 abitanti, 260 dei quali sfollati per giorni.
Ora fuori casa resta ancora qualche famiglia, una quindicina di persone, “ma è un numero provvisorio, perché basta un giorno di pioggia o una bomba d’acqua per costringerci a evacuare almeno un centinaio di cittadini”, sottolineano.
Il territorio è fragile, si stanno realizzando opere di somma urgenza per ripristinare la situazione; il lavoro è lungo e molto complesso, in ritardo a causa del persistere delle variabili condizioni meteo.
Sono 250 le frane su 90 km di strade, “significa che ce ne sono 3-4 ogni chilometro e che almeno una è molto importante, oltre a un numero indefinito di frane nei terreni agricoli – spiega il vicesindaco – Abbiamo provveduto al ripristino di alcune strade con piste provvisorie, siamo a buon punto, ma ci sono ancora alcune zone isolate”. Tra le principali criticità, la difficoltà per gli agricoltori di accedere ai loro poderi con i mezzi meccanici da lavoro: “Per questi le piste provvisorie non sono sufficienti – spiegano – dove è possibile stiamo facendo degli assi viari di somma urgenza”. Inoltre, le piogge di qualche giorno fa hanno rimesso in movimento alcune frane e ne hanno create di nuove.
Sindaco e vicesindaco chiedono con insistenza la nomina del Commissario, “non si può più aspettare, perché in autunno rischiamo di dover portare via i cittadini dalle campagne, si corre il rischio di spopolamento”. Intanto, i vigili del fuoco stanno lavorando su alcune abitazioni che hanno frane addirittura appoggiate alle mura, “tentiamo di salvarle, togliendo la terra attorno”.